Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      la folla, di mettere in terra, da quelli delle botteghe che se ne stavan poi sulla porta a ridere, un grosso ciottolo o pillola d'Arno, come si dice comunemente. Ne seguiva che tutta quella gente che si trovava quel ciottolo tra' piedi che ruzzolava per le pedate di coloro che camminavano, lo mandava in giù e in su dal Bigallo fino a San Michele, storpiando i disgraziati che se lo sentivano arrivare in una nocca o inuno stinco, senza che nessuno pensasse a levarlo di mezzo, limitandosi a mandare imprecazioni d'ogni sorta a chi ce l'aveva messo. Chi lo sapeva però, ed erano naturalmente i soliti rompicolli, cercavano quel sasso che pareva un popone e fa-cevan di tutto, destramente, di mandarlo ne'piedi ele'con-tadini, i quali, poveri diavoli, per quanto fossero duri finché si vuole, quando se lo sentivano arrivare vedevan le stelle. Non bestemmiavano, perchè allora i contadini non eran civilizzati come oggi ; ma delle benedizioni a chi aveva messo quel ciottolo non ne mandavan davvero.
      Un'altra birbonata inventata apposta per spaventare i disgraziati contadini, era di dar fuoco a dei mortaletti e buttarglieli tra i ]3Ìedi mentre bruciavano i fuochi del carro ! Non c'è da credere gli urli, lo spavento e le sottane all'aria di quelle povere ragazze, che si pentivano di esser venute a Firenze più che eie' loro peccati.
      Le vittime dello « scoppio del carro » non erano soltanto i contadini e le montanare ; c' erano, per esempio, i dieci soldati ed il caporale che il Comando di Piazza mandava a


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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