Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze l'ecc/ziaE finalmente s'incendiavano i fuochi, che destavan sempre le maraviglie dei fiorentini, e facevan rimanere a bocca aperta la gente del contado, che dimenticava allora tutti i patimenti sofferti, come accadeva ogni volta che venivano a Firenze. Pareva un destino !
      1 fuochi quando si bruciavano sulla torre di Palazzo Vecchio, costavano cento scudi, più lire 14.3.4, che si pagavano al pizzicagnolo Michele Parigi per 34 libbre di candele di sego consegnate ai campanai della Torre per incendiarle. Ora che si facevano sul Ponte alla Carraia importavano due-milacento lire: ma eran tutt'altra cosa, ed erano stati accollati nei primi anni ai fuochisti Giuseppe A bramati di Assisi e Giuseppe Montani di Città di Castello i quali erano obbligati a presentare il prospetto fino dal marzo per essere esaminato ed approvato dai signori Priori, e che si conservava « per il riscontro della esecuzione. »
      Dev' essere stato curioso il Gonfaloniere col prospetto in mano, a collaudare i fuochi !
      Xel 1834, anno nel quale la nuova Granduchessa avrebbe potuto godere di tale spettacolo fatto più grandioso appunto in suo onore, ma che fu impedita dal puerperio, la spesa dei fuochi fu portata a cinquecento francesconi ; e la esecuzione fu affidata ai fuochisti romani Alatteo Papi, Giuseppe Da Rizzo e Giovan Battista Rondoni. E siccome questi fuochisti s'accorsero d'avere incontrato « la pubblica soddisfazione, » così pensarono di trarne profitto, umiliando a S. A. 1. e R. una supplica per implorare una sovvenzione di sovrana munificenza, adducendo certe cause che se non avessero incontrata quella benedetta pubblica soddisfazione sarebbero loro sfuggite!... E il Magistrato civico abboccò come un pesce, e dichiarò di reputar meritevoli i fuochisti romani della sovrana beneficenza che si risolse in una discreta somma pagata loro dalla 1. e R. Depositeria. 11 mondo è stato sempre di chi lo ha saputo pigliare !
      I fuochi terminavano verso le dieci; ma la gazzarra e la baldoria in Arno durava fin dopo la mezzanotte; cosicché


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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