Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Fiere, Rijicolone e Ceppo + 605
      Per San Michele, il 29 di settembre, aveva luogo la gran fiera delle giuggiole, fuori di Porta alla Croce. A Sant'Ambrogio, dopo le funzioni, quel giorno, dal tetto della compagnia, tra Via di Mezzo e Via de' Pilastri, alcuni fratelli che vi saliyan su, brucavano le giuggiole da un grosso ramo di giuggiolo che vi facevan portare e le buttayan giù a manciate. Non è da credersi la ruffa che si faceva. Era un divertimento bellissimo, e vi assisteva molta gente dal cimitero della chiesa, sbellicandosi dalle risa.
      Non meno caratteristica delle altre, era la fiera dei marroni che nel giorno di San Simone, il 28 d'ottobre, si faceva al « Canto agli Aranci » fra Via Ghibellina, Via del Fosso e Via del Diluvio, presso le Stinche. I sacchi dei marroni erano ammassati a gruppi e si vendevano a staia ai buzzurri e a coloro che poi li rivendevano al minuto in Via del Palagio, dove la fiera si estendeva, ed era uno strepito continuato di quei venditori coi baroccini pieni di marroni, tutti messi a cupola, e nel mezzo ed in cima, i quartucci e le mezzette — la misura d'allora - già colme, per il primo compratore che via via capitava. Tutti li compravano, perchè quella sera le ballotte o le bruciate e il vin nuovo eran di rito in tutte le case. Si riunivan le famiglie apposta, come si faceva per pasqua o per carnevale.
      Ed anche per San Simone, al solito, i rivenditori, o rigattieri, facevan la mostra della mobilia e degli utensili per casa. La Piazza di Santa Croce era piena di letti di legno e di ferro con le sue brave materasse sopra, ma coi tralicci con certe gore, che rivelavano l'infanzia che ci aveva dormito. E forse qualcuno ci sarà anche morto, e di che ! V' erano madie, cassettoni, tavole e armadi, perchè in questa circostanza venivano altresì dalla campagna molti di quelli che dovevano essere sposi a carnevale, a comprar la mobilia usata.
      Nell'altra metà della piazza c'era la distesa degli attrazzi da cucina d'ogni genere, e di oggetti, d'ogni uso. Eppure molta gente comprava quelle terraglie, tutta robaccia vecchia, adoprata chi sa da chi, utensili gelosissimi usati Dio


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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