Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Il primo parto della Granduci/essa 619
      morosa prole a cui aveva dato la vita, ciò che formava, a giusta ragione, il suo maggior vanto. Aveva sempre il viso ilare e gioviale nel trattare, e non somigliava davvero la figliuola, che aveva sempre « 1' aria di giramento » come di-cevan parlando di lei i fiorentini, con frase un po' volgare, ma efficacissima.
      Per Firenze, furono oggetto di curiosità i servitori che aveva portato seco la Regina: tutti bei pezzi d'uomini, che nessuno intendeva, perchè parlavano il puro dialetto napoletano, ed era lo stesso che parlassero il turco.
      Il bello era però, che nemmen loro capivano i fiorentini, i quali rimanevan mortificati ; poiché sapendo di parlar la vera lingua italiana si sentivan dire ogni poco : — Nini ve capisco; e che ne saccio io ?!
      I servitori napoletani avevano un giubbetto turchino a falde corte, con le manopole e il bavero color amarante; cappello a tuba e pantaloni lunghi. Xell' insieme eran piuttosto buffi. Gli staffieri di Corte li portarono a veder la città, e fra loro diventarono amiconi : poiché la maldicenza che naturalmente facevano a carico dei padroni, e il racconto di tante cose che nessuno, altri che loro potevan sapere, anche in dialetto o in qualunque altra lingua, s'intendevan benone.
      II 21 aprile fu cominciato un triduo con esposizione del Santissimo nella cappella di Corte « per implorare un felice parto dell'Augusta Granduchessa» al qual triduo * per ordine superiore facevano l'ora d'orazione gli impiegati della Corte, dalle sette antimeridiane alla benedizione, la sera. »
      Il Granduca e la Corte aspettavano con ansia il momento del parto, sperando che finalmente con la nascita di un principe fosse assicurata la successione al trono di cui il buon uomo si preoccupava tanto, senza supporre che sarebbe stato, un giorno, tutto tempo e fiato sprecato !
      Xel frattempo, il 18 maggio, dopo lunga infermità, morì la figlia minore del Granduca, Maria Massimiliana, l'ultima nata dalla defunta granduchessa Maria Anna. Ciò parve di triste augurio, per quanto tale sventura fosse attesa da un momento


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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