Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze l'ceciliaaffranti da non poterne più. E nonostante continuavano a suon di banda a andare, andare, gridando e strillando. Piazza Pitti pareva un campo di teste. Ci si sarebbe camminato sopra come in un prato. P'ra le signore più entusiaste che applaudivano dalle terrazze di Palazzo Pitti, fu notata la marchesa Alessandrina d'Azeglio, figlia di Alessandro Manzoni, che per quel giorno si era fatta fare apposta un ombrellino con gli spicchi bianchi, rossi, verdi e gialli, per comprendere anche la bandiera del Papa.
      Leopoldo II vestito da gran maestro dell'Ordine di Santo Stefano, perchè l'uniforme austriaca strideva in quel giorno di pura gioia italiana, si affacciò al terrazzino insieme alla Granduchessa ed a tutta la famiglia, circondato dai ministri e dai dignitari di Corte.
      Il Magistrato, preceduto dai donzelli, salì alla Reggia dove ebbe luogo la presentazione delle deputazioni. Il cav. Tom-t maso Morroeclii come primo Priore, essendo assente il Gonfaloniere, pronunziò un discorso di circostanza, al quale rispose il Granduca, che si trattenne poi a confabulare coi gonfalonieri e i rappresentanti delle altre città della Toscana.
      Quando gii venne presentata la deputazione di Volterra, il Granduca le rivolse queste parole : « ili congratulo con Voi, che possiate dirvi quasi compatrioti di Pio IX, che fra Voi fu educato. Egli e stato, che mi ha dato coraggio ad intraprendere quelle riforme di cui tutti ci rallegriamo. »
      Dopo il ricevimento le deputazioni uscirono dal Palazzo; e Leopoldo TI si affacciò di nuovo al terrazzino con la bandiera in mano per salutarle. Lo scoppio degli applausi fu una cosa che non si ridice.
      Riordinata la dimostrazione, tutte le deputazioni si portarono nella Piazza di Santa Maria Novella per fare la consegna delle bandiere al cavaliere Morrocchi che le riceveva, dando in cambio di ciascuna il vessillo nazionale. Le bandiere erano state benedette dai frati domenicani, i quali spontaneamente eran venuti sul cimitero della chiesa per quella funzione, prima che venissero portate al Granduca. Ed il clero della


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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