Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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benefico e caritatevole, perchè rimandò sdegnoso la croce di cavaliere di Santo Stefano.
La prima prova di quanto perdesse nella stima pubblica Leopoldo II fu quella, che essendo tornato da Gaeta, coi baffi che prima non portava, forse per darsi aria marziale dovendo venire fra tanti soldati della sua razza, i ragazzi, messi su dai grandi, quando s'incontravano figurando di scherzar fra loro si dicevano: « L'ha'mangiate le radici col lesso?» e l'altro rispondeva: « Figlio d'un cane che baffi t' ha' messo. »
Ed i liberali fiorentini, o meglio toscani, ammaestrati dai fatti del 1848, disillusi sulla fede che meritava un Sovrano che per dirla con frase comune aveva accennato coppe e dato danari, si riconcentrarono in loro stessi; e persistendo sempre più nell'idea della libertà della patria e della indi» pendenza d'Italia, lavorarono, come suol dirsi sott'acqua, preparando i nuovi eventi. Ciò che però finì di sdegnare il popolo contro il Granduca, fu il fatto, che essendosi egli recato a Milano ad ossequiare l'imperatore d'Austria, ed avendogli questi annunziato che aveva istituito un nuovo reggimento di dragoni chiamato in omaggio a lui « Granduca di Toscana, » Leopoldo II accettò ringraziandolo. « Ve li manderò a Firenze » disse poi l'Imperatore e mantenne la promessa. Quando quei dragoni furono in marcia per venirvi davvero, il Granduca vestito da colonnello del nuovo reggimento, andò ad incontrarlo per la strada bolognese ; e giunto al Pellegrino s'incontrò nei due soldati di punta, come si diceva nel gergo militare d'allora, mandati dal Comandante per avvisarlo quando avessero veduto il Granduca. Essi infatti appena lo scorsero, voltarono i cavalli e tornarono indietro di carriera. 11 Comandante allora, che si trovava alla Pietra, per fare sfoggio di bravura, ordinò a tutto il reggimento il galoppo, e venne giù per la scesa a rotta di collo, per fermarsi poi di botto dinanzi al Granduca. Leopoldo II che non se l'aspettava, impaurito badava a far cenni perchè si fermassero, credendo d'esser travolto da quel tur-
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (692/706)
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