Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO 29
      ogni cosa minutamente: eglino avevano innanzi due paggi, ovvero ragazzi vestiti di rosso e bianco, sopra due cavalli bardati di coiaim-bianco, e poi due altri o ragazzi o paggi sopra due corsieri grossi da lancia vestiti nel medesimo modo; dietro a questi erano due trombetti, uno del principe e uno di Malatesta, i quali andavano sonando continuamente. Dopo questi venivano il capitano Giovanni da Vinci giovane di fattezze straordinarie, patrino di Dante, e Pagolo Spinelli cittadino e soldato vecchio di grandissima sperienza, patrino di Lodovico, e messer Vitello Vitelli patrino d' amendui, se per sorte gli avversari avessero eletto di voler combattere a cavallo. Dopo questi seguivano i duoi combattenti sopra due cavagli turchi di maravigiiosa bellezza e valuta. Avevano in dosso ciascuno una casacca di raso rosso colla manica medesimamente squartata dr teletta ; avevano le calze di raso rosso filettate di teletta bianca, e soppannate di teletta d'argento, e in capo un berrettino di raso rosso con un cappelletto di seta rosso con uno spennacchino bianco. A' piedi di ciascuno camminavano per {staffieri sei servitori vestiti in quel medesimo modo, di quegli che erano a cavallo , cioè il giubbone di raso rosso squartato il lato ritto e la manica ritta di raso bianco, e le calze soppannate di teletta bianca, e le berrette, ovvero tocchi di color rosso; dietro a loro erano parecchi capitani e valorosi soldati con molli della milizia fiorentina, i quali avendo desinato con essi la mattina, tennero loro compagnia infino alla porta , dove si fece diligente guardia, che alcuno non uscisse di Fiorentini, eccetto il Sordo delle Calvane, che aveva il braccio al collo per un' ar-chibusata che in scaramueciando v' aveva tocco > e Iacopo, chiamalo Iacopino Pucci. Fecero la via di piazza per borgo Santo Apostolo, per Parione, e passato il ponte alla Carraia, andarono alla porta di San Friano, dove erano i loro carriaggi, che furono muli ventuno , carichi di tutte e di ciascuna di quelle cose che loro bisognavano, così al vivere come all' armare , tanto di piè quanto a cavallo, perchè per non avere a servirsi d'alcuna cosa de' nimici, portavano con esso seco pane, vino, biada, paglia, legne, carne d'ogni sorta, uccellami d' ogni ragione, pesci d' ogni qualità, confezioni di tutte le maniere, padiglioni con tutti i fornimenti e con tutte le masserizie di qualsivoglia sorta, che potessero venir loro a bisogno , infino all' acqua : menarono prete, medico, barbiere, maestro di casa, cuoco e guattero Uscirono fuori della porla con tutta questa sahaeriu dietro, e andarono lungo le mura infino presso alla porta a San Pier Galtolini, dove attraversarono in sulla man ritta, e calati alla fonte del borgo delia medesima porta, presero la via per traverso delia casa del Cappotte, dove era il Une delle trincee de'-nimici, e quindi si conducono a' Baf-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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