Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO \{
      vano de1 baslioni del monte, dato licenza a una femmina, che potesse andarsene con certi suoi arnesi dovunque più le piacesse ; ma Amicò non ostante questo, la svaligiò, e non voleva lasciarla passare, e do* mandalo da lui perchè egli ciò fatto avesse, rispose non solo con minor riverenza, ma con maggiore arroganza che egli non doveva, sé aver così in commessone da' suoi signori, e che non conosceva altro superiore che la signoria di Firenze : e appunto tornava da favellare al gonfaloniere per questo conto con un servidor solo a piedi e senza spada, perchè avendo il braccio ritto al collo, non essendo egli ancof ben guarito di queir archibusala clr io dissi ch'egli toccò, portava a canto una daghelta solamente. Ma quando egli fu dirimpetto alla chiesa di San Francesco, il signore Stefano, fattoglisi incontra a cavallo, gli disse : Sei in quello, che mi vuoi lor /' onor mìo f e con queste pa role tratta fuori la spada, gli tirò una coltellata in sul naso, e comandò alle sue lance spezzate che 1' ammazzassero, il che eglino fe-ciono incontanente, dandogli, e mentrechè era a cavallo, e poi caduto die fu in terra , ventisette ferite tutte di punta , e così fornì la sua vita un capitano superbo sì, ma tanto ardito e animoso, quanto alcuno altro chc se ne fusse in Firenze. Dolse la sua morte infinitamente a tutta la citta, e le fu di non piccol danno. Egli fu sotterrato il giorno dipoi onoratissimamente nella Nunziata, e la sua compagnia si divise mezza a Mariolto da Modana suo luogotenente , e mezza a Girolamo d' Alessandria suo banderaio. Il figliuolo fu levato dal monte colla sua compagnia, e assegnatogli le stanze nel convento di Santa Croce.
      Ma per tornare ali» fazione della quale io aveva cominciato a dire, usci fuori quel giorno Malalesta avendo seoo, oltre le sue lance spezzate , il signore Annibale fratello carnale del signore Ottaviano, il conte Sforza d' Ascesi, il capitano Ettore da Pordenone con alcuni altri, e si slette sempre nel fosso con Zanobi Bartolini, con Tommaso Soderini e Antonio Giugni commessari, avendo comandate severamente a* capitani, nou che assalissero , ma che pigliassero il convento di San Donalo a Scopeto. Era alloggiato in questo munistero, cosi ro-vinato com' egH era, e fortificatovisi dentro Baracone da Nava, uomo d' ardimento incomparabile, con Ulto il suo colonnello de' soldati vecchi spagnuoli, i quali, riserbandosi al sacco, non s' erano curali infino a quel giorno di mostrare la loro virtù ; ma eoif tnUo questo, e col disavvantaggio che avevano del luogo, i capitati italiani messisi a corsa, e volgendosi a mano diritta, cominciarono, non ostante 1' archibusate, le quali in gran numero erano loro tratte, a salire il poggio; nel quale difendendosi gli Spagnnoli gagliardissimamente, appiccarono una spaventosissima mischia, e tanto durarono, cadendone morti edv^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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