Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      STOMA FIORENTINAin favore degli Empolesi, e specialmente delle donne, tuttd quel bene eh' egli seppe e potè. La presa d' Empoli, saputasi per la festa e allegrezza che ne fecero la mattina medesima i nimici con una lunga gazzarra, e coli'avere scaricato tutte l' artiglierie verso Firenze, n'arrecò infinito sì dispiacere e si danno; imperocché, oltre l' altre molle e grandissime comodità le quali ogni giorno se ne cavavano , s' era deliberato per vettovagliare la città, la quale pativa di tutti i beni, che si conducessero nuove genti, e quivi se ne facesse la massa.
      Andrea Giugni e Piero Orlandini con indignazione e querimonia di lutto Firenze citati a giustificarsi, non comparendo nè I' uno nè l'altro, furono per giudicio della quaranlia, posto nel fisco tatti i Ioto beni, dichiarati rubelli amenduni, e dipinti per traditori, correndo a vedergli tutto M popolo, e maravigliandosi ognuno d'Andrea, si perchè nella guerra di Pisa s' era tra' soldati acquistato buon nome, e si perchè s' era dimostrato sempre studiosissimo della libertà , e sì ancora perchè si diceva pubblicamente , che come il migliore uomo della casa dell* Antella era il peggiore di Firenze, cosi il peggiore della casa de'Giuuni era il migliore; e come vi furono molli i quali s'ingegnarono di scusarlo, dicendo la sua essere stata dappocaggine o trascuratezza piuttosto che tradigione, cosi v' ebbe di quegli che giudicarono che quello che a lui fare non si poteva , ma si doveva, si facesse si figliuolo (4), il quale più che otto anni non aveva, cosa barbara in vero, «degna di grandissimo biasimo; conciossiacosaché in questo ed in altri casi somiglianti non ha luogo la regola de'contrari: perciocché si può bene alcuna volta, e molte si dee, onorare e premiare alcuno per gli altrui meriti , ma disonorare e gastigàre pet gli altroi demeriti non già mai. Quello che si pensò che avesse indotto Andrea, il quale, e di natura e per buona educazione de' suoi * aveva buona mente verso la repubblica, a commettere cosi fatta scelleratezza, fu la pratica di' egli teneva col Pollo e col Carne, e altri bravi di que' tetapi,' i quali postergata ogni civiltà e bel costume, avevano posto il sommo bene nello sguazzare, e darsi piacere e bel tempo» In Empoli rimase Commissario Francesco Valori ^ e Baccio, dicendo d'aver comperato dagli Spagnuoli tutto quel sacco cinquemila ducati, mandò dopo l' assedio, essendo si può dire padrorie di Firenze, a pegnorare il comune, e fare sostenere degli Empolesi per riavere certi resti.
      Io non voglio tacere che il Ferruccio fu da molti, e ancora è di due cose accusato: V una , eh' egli con poco giudizio aveva lasciato
      (i) Il Capello pirla di due figliuoli , e aggingne ehe la signoria li fece tubilo ritenere. liclaz. degli Ami, Serie li, Vo). I, p. j94» Àrbìb.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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