Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
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58 STORIA FIORENTINAostante che fusse rubelle, per un vetturale chiamato il Tordo segretamente gli si mandassero, non avendo avvertenza nè di stracciare o ardere la lettera, nè di far cansare il figliuolo. Queste cose venute a notizia del Cattivanza, che lo vegliava, e conferite da lui col Zati, furono scritte da loro per modo di querela in Firenze a* signori dieci. I dicci Io notificarono al gonfaloniere, il gonfaloniere chiamò la pratica, la pratica consultò che visi mandasse di segreto un comrnessario nuovo,, il qual comrnessario facesse mettere inconlanente le mani addosso al padre e al figliuolo, e, avutigli nelle sue forze, per assicurarsi di loro gli tenesse con buona guardia allo stretto. Fu eletto comrnessario Pier-adoardo Giachinotti, il quale tutto che fusse austero e burbero nel viso, era nondimeno di dolce e mansueta natura , e aveva il capo a ogn' altra cosa più che a così fatti maneggi, essendo non solamente filosofo, ma discepolo del Diacceto, uomo, come nel libro sopra questo si disse, di somma dottrina e virtù: laonde con tutto che egli avesse la commessione amplissima di potergli, anzi dovergli esaminare con tortura insieme col podestà , egli non volle tormentargli, ma gli disaminò a parole, e mandò l'esamina a'dieci, onde bisognò che la pratica si ragunasse di nuovo; la quale dolendosi di lui e del podestà, che procedessino così rispettosamente, quasi non volessono vederne la verità, perchè nell' esamina non si confrontava il figliuolo col padre, risolverono che se ne dovesse toccare il fondo disaminandogli di nuovo con martorii, e tanto più essendovi il riscontro del Tordo da Calci-naia vetturale, e mancò poco che non vi mandassono un altro comrnessario; furono dunque esaminati alla corda, ed il processo mandato immediatamente a Firenze, mediante il quale la quarantia giudicò, come io ho detto, Iacopo e 'l figliuolo a esser decapitati ; il Tordo fu impiccato*, Neri Giraldi per lo esser egli intervenuto in questo maneggio fu condennato in secento fiorini d'oro, pagandone trecento fra otto dì, e Piero Vaglienli cittadino pisano fu per la medesima cagione confinato fuori della città e del contado di Pisa per dieci anni.
Agli dieci entrarono in magistrato i dieci nuovi, i quali furono : Luigi di Paolantonio Soderini, Niccolò di Pierandrea da Verrazzano, Cino di Girolamo di Cirio, Agnolo d'Andreuolo Sacchetti, Giovamba-tista di Galeotto Cei, Francesco di Bartolommeo del Zacchewa, Piero di Bartolommeo Popoleschi, Bernardo di Dante da Castiglione, Luigi di Giovanfrancesco de' Pazzi e Francesco d' Antonio Giraldi.
Il signore Stefano, o per racquistarsi la grazia de' Fiorentini, la qual conosceva d' aver perduta in gran parte per la morte d' Amico, sap-piendo quanto eglino, perduto Empoli, desiderassino che s' aprisse la via di Prato e di Pistoia, o per concorrere con Malatesta, e ristorarex
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