Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO UNDICESIMO 50
il danno nella scaram uccia de1 cinque di maggio ricevuto, o per .qualsivoglia più vera cagione, deliberato tra sè stesso di faro un* altra incamiciata, e assaltare il campo de' Tedeschi di San Donato in Polverosa, nel quale in luogo del conte Felix, era il conte Lodovico di Lo-drone succeduto, uomo di singolarissima fede e virtù, comunicò questo questo suo pensiere al gonfaloniere; il qual gonfaloniere, parendogli cosa d' importanza, e che potesse o grandissimo danno o grandissimo giovamento arrecare alla città, fece chiamare a consiglio il signor Malatesta, i commessari e alcuni altri de' principali cosi cittadini come soldati, i quali di un medesimo parere e volere, non solo F approvarono, ma commendarono sommamente, perchè non era dubbio che non pur Prato, ma Pistoia ( la quale sr era levata in parte un' altra volta , e avevano tumultuosamente voluto ammazzare il commcssario , e fallo fuggire, occidendone molti, alcune compagnie ùi Spagnuoli, i quali non potendo per amore, a viva forza, s' ingegnavano d' entrarvi ) sareb-bono, rotti i lanzi, alla devozione ritornate de' Fiorentini. Solo Mala-lesta s' oppose e s' attraversò quanto seppe e potetle il più, nessun' altra ragione allegando, se non parergli questo essere troppo gran risico, e andarsi quasi a manifesto pericolo, essendo i Tedeschi tali quali sono, e tanto fortificati quanto erano, e avendo un capo vigilantissimo di non minor prudenza che ardire : ma veduto che tutti gli altri la intendevano al contrario di lui, non solo v' acconsentì, ma disse che voleva intervenire aneli' egli. Ordinò dunque il signore Stefano che si dovesse uscire da due porte, Prato e Faenza, per F una e per F altra delle quali s' andava dirittamente a cozzare nelle trincee de' nemici, le quali erano doppie e molto ben guarnite d'artiglierie; e perchè il monte non rimanesse sfornito, vi misse per guardia de' bastioni, intorno i giovani della milizia e 'n mezzo Francesco Tarugi e Barbarossa con forse quattrocento fanti, affinecbè essendo assaltali gli poterono soccorrere ; e il medesimo fece in Firenze, lasciandovi Giometto da Siena e '1 capitano Pac eh ieri 110.
Usci il signore Stefano per Faenza più di due ore innanzi giorno , avendo con esso seco Virgilio Romano, Giovanni da Turino, Ivo Bilioni, Antonio Borgianni, Gigi Xiccolini, Zannone dal Borgo, Piero Bolzoni, Cristofano da Fano, Donnino e Parigi da Fabbriano, Morganle da Urbino, e alcuni aitri suoi capitani del monte, e con ella usci lolla la banda del gonfiatone del vaio, la quale, essendo Marco Strozzi suo capitano a Volterra, guidava il luogotenente, il quale era Dante da Castiglione, e ciascuno, passando fra tulli domila, aveva in mano o picca o parligianone. Per quella del Prato usci Pa^qoin Corso col suo colonnello ; Malatesta osci per la porlicciuola delle Mulina, e s' atleta conv^rOOQle
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Tedeschi San Donato Polverosa Felix Lodovico Lo-drone Malatesta Prato Pistoia Spagnuoli Fiorentini Mala-lesta Tedeschi Stefano Prato Faenza Francesco Tarugi Barbarossa Firenze Giometto Siena Pac Stefano Faenza Virgilio Romano Giovanni Turino Ivo Bilioni Antonio Borgianni Gigi Xiccolini Zannone Borgo Piero Bolzoni Cristofano Fano Donnino Parigi Fabbriano Morganle Urbino Marco Strozzi Volterra Dante Castiglione Prato Corso Malatesta Mulina OOQle
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