Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      7 6 STORIA FIORENTINAde'soldati eh'erano in Volterra, Bartolo Tedaldi, ed il capitano di Volterra Niccolò de1 Nobili, e tutti i soldati e aititi Fiorentini e forestieri che allora fussero nella città e contado volterrano, con tutte le loro armi, insegne, arnesi e robe di qualunche sorte, e che potessero star sicuri in Volterra, e partirsene, volendo, per andare laddove più loro piacesse, da Empoli in fuori ; e che i Volterrani non fussero tenuti a ricevere nella città loro, o nel contado di quella, soldati o cavagli d1 alcuna sorta ad alloggiare a discrezione, nè anco con pagamento. Che i Volterrani e gli uomini del loro contado non fussero tenuti andare ad alcuna fazione di guerra in persona, ma solamente fussero obbligati a mandar marraiuoli, quando ne facesse di mestieri all' esercito ecclesiastico e imperiale, e tutte quelle vettovaglie che sopravanzavano alla città, per i prezzi che corressero, ed a giudizio del commessario che tempo per tempo fusse in Volterra. Che la comunità di Volterra seguitasse di vendere il sale due soldi di bianchi la libbra infino a tantoché fusse finita la guerra di Firenze, de' quali un soldo appartenesse alla comunità di Volterra, e 1' altro al commessario generale dell'esercito del papa, il quale era Bartolommeo Valori, e per lui ricevesse il soldo di sopra detto il commessario che di tempo in tempo fusse in Volterra. Fusse tenuta ancora la comunità di sopra detta rendere all'esercito ecclesiastico ed imperiale tutta quella quantità di sale che facesse di mestiero a quell'esercito, e di questo sale dovesse aver la comunità di sopra detta un qualtrin bianco per libbra, quando lo consegnava, ma non potesse rendere nè dare in maniera alcuna sale serfza. polizza del commessario general del campo, o di chi egli deputasse «opra ciò, intendendosi e dichiarandosi questo , che le paghe del sale che allora si trovavano in Volterra conlessate e pagate, si stessero in quel luogo dov' elle erano, insino che la guerra di Firenze fusse terminata. Oltre di questo, che tutti i capitoli, privilegi, spedizioni, libertà, moie (1) e gabelle sute concesse insino allora alla comunità e uomini di Volterra dalla signoria di Firenze, s' intendessero confermate per sempre con quelle dichiarazioni, condizioni e patti che in que' privilegi si conr tenevano. Che al governo di Volterra e suo contado e* pendici, non si potesse mai per alcun tempo deputare altri che un cittadino fiorentino, e che al presente si deputasse per commessario generale di que'le terre e suo contado, con piena autorità Ruberto Acciaiuoli con il medesimo salario che allora aveva il capitano di Volterra Niccolò de' Nobili, e non altro, e stesse in Volterra il commessario di sopra detto tanto .tempo, quanto durasse la guerra di Firenze , o insiq tanto non fusse
      ( i ) Potzi ove & fa il sale.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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