Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
STORIA FIORENTINAtore de' suoi soldati di due paghe, le qHali egli aveva loro pronesse quando egli fece P accordo co' Volterrani, per non dar loro la citta a sacco, siccome egli aveva promesso di dover fare, e non avendo danari, tolse tutti gli ori e gli argenti delle chiese e degli altri luoghi pii, e tutto l'oro e I' argento che i Volterrani avevano privatamente nelle loro case, e che egli avevano sgomberati ne' monasteri, e gli fece mettere in zeeca, e battere coi segno della signoria di Firenze doppioni, fiorini d' oro e monete d'argento di soldi venti l'una; e, non bastando dette orerie e argenterie per fornire di pagare i soldati, tolse tatti i migliori drappi e panni cosi lini come lani, i quali i Volterrani avevano messi ne' luoghi di sopra detti, e gli fece vendere all' incanto per quel prezzo eh' egli ne potè avere : ed in questa maniera osservò la fede ai suoi soldati di dar loro le paghe eh' egli aveva promesse loro, dei quali quegli eh' erano morti nelle fazioni fece sotterrare , e quegli eh' erano fediti fece medicare con grandissima diligenza.
In Firenze in questo tempo entrò col gonfaloniere vecchio la signoria nuova per luglio e agosto, la quale fu 1' ultima che facesse il popolo, e furono questi : Tommaso di Lorenzo Bartoli e Andrea di Francesco Petrini, per Santo Spirilo; Alessandro di Francesco del Caccia e Simone di Giovambatista Gondi, per Santa Croce; messer Niccolò di Giovanni Acciainoli e Marco di Giovanni Cambi, per Santa Maria Novella; Agnolo d' Ottaviano della Casa e Manno di Bernardo degli Albizzi, per San Giovanni ; ed il loro notaio fu ser Domenico di ser Francesco da Catignano.
Non mancavano i Fiorentini, mentre s' aspettava la venuta del Ferruccio, di fare con ogni diligenza e sollecitudine tutti i provvedimenti possibili ; perciò il giorno stesso delie calende di luglio, si ragunò la pratica nel consiglio degli ottanta, e si deputarono altri sei uomini per provvedere nuovi danari ; i quali furono, Simone di Ruberto Zati, Domenico di Piero Borghini, Domenico di Giannozzo Stradi, Bartolommeo di Neri Rinuccini, [Francesco di Niccolò Carducci e Pierfrancesco di Folco Portinari. Ho detto sei altri, perchè poco prima avevano nel medesimo consiglio deputali sopra la medesima cura di trovar danari, Antonfrancesco di Giuliano Davanzali, Girolamo di Giovanni Morelli, Andrea di Tommaso Alamanni, Bernardo d'Antonio Gondi, Andrea di Tommaso Serlini e Cherubino di Tommaso Fortini, il quale fu in buon credito dell' universale, e mollo adoperato da quel governo.
Nel medesimo consiglio s' era proposto più volte, ma non mai risoluto, se si dovessero (come ricordavano i soldati ) cavar di Firenze le bocche disutili, parendo ai più inumana cosa il non aver compassione alla miseria di tante povere genti, le quali correvano manifesto rischiov
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