Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO UNDICESIMO 95
di dover essere, se non morie, certo spogliate e straziarle da que' del campo; pure alla line promettendo i soldati che le condurrebbono salve, furono eletti sopra ciò tre commessari, Cherubino Fortini, Ruberto Bonsi e Francesco Covoni, ed andò un bando sotto pena delle forche, che tutti i contadini e tutta la poveraglia dovessono con tutla la lor brigata sgombrar di Firenze, ma facevano nel partirsi cosi gran cordoglio, eh' era una pietà ad udirgli : perchè la signoria mossa a pietà, rivocò il partito, e mandò a dire che chiunque volesse restare restasse, eccello però le donne pubbliche, ma anco di queste non partirono se non trentasei o quaranta, le più vecchie e schife, le quali s' erano ra-gunate a Santa Caterina, e uscirono tutte meste e dolenti per la porla a San Gallo il secondo di del mese. Fu da molli questa pietà empia e crudele riputata ; ma la ragione voleva che ciò nel principio dell' assedio si facesse, quando sì potevano mandare a Pisa sicuramente, dove si trovava copia grandissima di frumento ; la qual cosa , se fatta si fosse, sarebbe per avventura stata cagione di salvar la città; ma ella non si fece forse perchè, oltre 1' essere in cotali tempi bocche disutili coloro che esercitare 1' arme o i magistrali non possono, e una repubblica debole e disunita va a rilento nel proporre più che nel vincere partili cosi gagliardi, era invecchiata un' opinione , che le mura di Firenze fussero que' monti i quali quasi di ogn' intorno la serrano, e che un esercito piccolo non potesse assediarla per esser piccolo, e un grande non potesse dimorarvi per la difficoltà e carestia delle vettovaglie.
Agli quattro in lunedì fu impiccato alle finestre del bargello dintorno alle quattordici ore Lorenzo di Tommaso Soderini, condannato a cosi vituperosa morte dalla signoria, da' dieci e dagli otto con ventisei fave nere, chè un solo gliele diè bianca. Costui quando fu rimosso dalla po-testeria di Prato per le cagioni che furono dette di sopra , per isdegno
0 per altro, si lasciò corrompe da Baccio Valori, e si disse poi, di'egli era ito a favellare al papa nascosamente in Bologna; in qualunque modo, egli teneva ragguagliato Baccio di tutte le deliberazioni che si facevano in Firenze, e fu scoperto a caso, o, come affermavano
1 frali, miracolosamente; perciocché andando Dante a spasso con uru> stuolo de' suoi seguaci, benché altri diversamente la raccontino, gli venne veduto nella via Larga un contadino mollo grande della persona, egli disse, senza saperne cosa alcuna, tu sei spia, ed egli come colpevole , pensando fussono iti a posta per pigliarlo, prima ammutolì, poi minacciato da loro, confessò che portava lettere di Lorenzo Soderini a Baccio Valori, rivolgendole e nascondendosele nelle parli di sotto. Dante, conferito la cosa col gonfaloniere, se n' andò con alcuniv^rOOQle
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