Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO 97
      A' sci consigliò e vinse la medesima pratica,' che si dovessero dar l'armi a tutto il popolo, da' diciolto insino a quarant' anni, e si mettessero tra gli altri nelle bande della milizia sotto i medesimi capitani. E poco appresso si bandi che tutti gli abitanti in Firenze dai quindici arai in sessanta, eccettuato i contadini, andassono per 1' arme ciascuno al suo gonfalone, e che niuno potesse andar per la terra nè in mantello nè in lucco, ma o in cappa o in giubbone, e coli' arme, allrimente potessero essere spogliati.di tutti i loro panni, e dovessero essere reputati nimici di quello stato. Questi soli furono quattromila, e vollero fere i capitani da sè stessi ; fu bandito ancora, che dalle diciassette ore in lĂ  non si tenessero le botteghe nè aperte nè a sportello, ma chiose affatto.
      Agli otto entrarono i nuovi commessari e i nuovi capitani della milizia per sei mesi. I commessari furono: Bernardo da Verrazzano per Santo Spirito, Lottier Gherardi per Santa Croce, Rosso Buondelmonti per Sajita Maria Novella, e Pierfrancesco Portinari per San Giovanni. I capitani, nel gonfalone della scala, Tommaso di messer Giovan Vel-torio Soderini ; in quello del nicchio, Bernardo di Bindo de'Bardi nella sferza, Salvestro <P Aldobrando Aldobrandiai; nel drago, Giovac-chino di Raffaello Guasconi ; nel carro , Giovambatista di Lionardo Giacomini; nel bue, Andrea di Bernardo Rinieri, chiamato il Lepre; nel lion nero, Domenico d' Iacopo Attavanti detto Bechino; nelle ruote, Ruberto di Giovanni degli Albizzi; nella vipera, Iacopo d1 Iacopo Giocondi, appellato il Ridi; nell' unicorno, Vincenzo di Pier Taddei^ nel lion rosso, Vincenzio di Piero Aldobrandini ; nel lion bianco, Baldas» sarri di Francesco Galilei ; nel lion d' oro, Carlo di Giuliano Mancini, nel drago, Filippo di Nero del Nero ; nelle chiavi, Piero di Bernardo Galilei ; nel vaio, Dante di Guido da Castiglione.
      Era in Firenze grandissimo mancamento di legne , e s' erano per fare il salnitro disfatti tutti i tetti dell' Opera, e cosi gran parte degli assiti delle botteghe; onde perchè vi fusse da ardere, elessero in commessario Carlo da Castiglionchio, per soprannome il Soccio o Sozio, al quale diedero autoritĂ  di poter cavare per servizio pubblico tutti i legnami morti ovunque e di chiunque si fussono, e nominatamente nella chiesa di San Lorenzo , eziandio quegli della libreria, e di San Iacopo in Campo Corbolini , e del munistero di Fuligno; ed in luogo di Piero Popoleschi crearono commessario sopra le grasce Girolamo di Napoleone Cambi, e sopra la cura della carne salata Bartolommeo Frescobaldi.
      Agli quattordici suonarono le campane a gloria tutto '1 giorno quant' egli fu lungo, e la mattina, eh' era giovedì, si cantò devota-


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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Firenze Bernardo Verrazzano Santo Spirito Lottier Gherardi Santa Croce Rosso Buondelmonti Sajita Maria Novella Pierfrancesco Portinari San Giovanni Tommaso Giovan Vel-torio Soderini Bernardo Bindo Bardi Salvestro P Aldobrando Aldobrandiai Giovac-chino Raffaello Guasconi Giovambatista Lionardo Giacomini Andrea Bernardo Rinieri Lepre Domenico Iacopo Attavanti Bechino Ruberto Giovanni Albizzi Iacopo Iacopo Giocondi Ridi Vincenzo Pier Taddei Vincenzio Piero Aldobrandini Baldas Francesco Galilei Carlo Giuliano Mancini Filippo Nero Nero Piero Bernardo Galilei Dante Guido Castiglione Firenze Opera Carlo Castiglionchio Soccio Sozio San Lorenzo San Iacopo Campo Corbolini Fuligno Piero Popoleschi Girolamo Napoleone Cambi Bartolommeo Frescobaldi