Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
404 STORIA FIORENTINAmettere in assetto e stare continuamente in punto, perchè d' ora in ora , essendo apprestate tutte le cose le quali per uscir fuora aveva chieste il loro generale, aspettavano F ordine d' andare o verso il Ferruccio per soccorrerlo , o contra il campo nimico per romperlo ; e , dato arme di tutte le sorte a chiunque ne volle, gli pregarono a stare in pace tra se e ubbidire a' superiori loro.
Aveva Malatesta, come conobbe che i Fiorentini non solo dicevano 9 ma facevano da dovero, e volevano arrischiare per ogni mòdo, cominciato a biasimare grandemente e detestare, così in pubblico come privatamente, questa così ostinata e- così pertinace risoluzione del volere in tutto e per tutto uscir fuóra e mostrare il viso a' nimici, affermando ciò esser pazzia espressa, e rovina manifesta delta eittà; del qual mutamento d' animo cosi subitamente fatto maravigliandosi assai e dolendosene tutti coloro i quali la mente di lui non sapevano, la signoria andando sempre colle buone, e infingendo di non credere quello eh' ella credeva, mandò a pregarlo caldissimamente per due de' signori dieci * che fusse contento a non indugiare più ad assaltare i nimici, affinechè non potessono andare contra M Ferruccio e tagliargli la strada, raffer» mandogli che tutta la milizia de'cittadini fiorentini e il gonfaloniere medesimo l'accompagnerebbe coli'arme, e lo seguirebbe dovunque egli andasse e 1' altre due ordinanze rimarrebbono a guardia della città e de' bastioni ; e di più lo ricercarono umanissimamente, che gli piacesse di significar loro per qual porta avesse pensato di volere uscire « qual via tenere, la qual fusse o più sicura o meno pericolosa dell' altre. Malatesta, udite queste cose, si turbò notabilmente, e trovandosi a strettissimo partito per le promesse fatte a Clemente, e per le pratiche che teneva con Orange, rispose che risponderebbe in iscrittura, e, composta fra lui e altri una lettera, la mandò alla signoria, sottoscritta ancora di mano propria del signore Stefano, la quale è questa fedelissimamente trascritta da me di parola a parola :
« Nelle consulte più volte fatte circa P ànimo che tenete di voler combattere, avendo voluto intender gli nostri pareri, avemo chiaramente detto che in quel combattere è la manifesta rovina di questa città, considerate le gagliarde forze de* nimici di gente da piede e da cavallo di nazione alemanne e ispane, non solamente a difensar luoghi, ma all' aperte campagne valorosi, e questi specialmente , che.nel nimico esercito si trovano, che oltre il molto più numero di noi, sono migliori genti, e si trovano in paese fortissimo , da naturali siti gagliardo, e da gagliardissimi ripari (come si vede ) fortificati d'ogni intorno; onde per non restale appresso Dio in obbligo , e. appresso qualsivoglia principe del mondo e uomini di, guerra in gran calunnia, e. disonore, mos^iv^ooQle
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