Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO 4 1 4
      infinochè aressono spirila e speranza di vincere. Maialesca, più turbato nella mente che nel viso e nel favellare, s'ingegnò di persaadere il contrario; ma veggendo che faticava indarno, e volendo che le parole servissono in luogo di fatti, scrisse una lettera r o più tosto protesto alla signoria, il qual è questo proprio :
      « Magnifici ed eccelsi signori. * < Avemo per un9 altra nostra distintamente fatto intendere a vostre eccelse signorie quanto sia la certa e manifesta rovina di questa città venendosi ali1 atto del combattere, allegando particolarmente le gagliarde forze de' nimici, si di ripari come di genti, e le nostre deboli epoche; e ora tanto più ne certifica essa rovina manifesta venendo a tal atto, quanto che ieri, che furono dui del presente mese , come vostre signorie sanno, furono convocati tutti gli capitani di questa città per sentire da ciascuno qual fusse lo suo parere nel detto combattere, e qual miglior partito pareri» di doversi pigliare venendo a tal atto ; e alle nostre proposte uniformi (come in scriptis appare) risolvettero solamente manifesto pericolo e aoerba perdita, che del combattere seguirebbe ; sicché questo conosciuto pericolo nei capitani, parimente tra le fanterie s' ha da conoscere ; che con qual animo potessono uscire al detto combattere, e qual effetto seguitare ne potesse, a qualsivoglia uomo di guerra ne lasceremo il giudicio. Se dunque noi quesla giudicavamo, venendo a tal effetto , la certa mina di questa città, ora la teniamo più che certissima per gli intesi aitimi di detti capitani. Ma non volendo vostre signorie alle manifeste e sì evidenti ragioni prestar fede, anzi perseverare di éontinuo in tal volontà di combattere, come questa mattina e del presente da duo de' signori dieci n1 avete fatto intendere, a' quali medesimamente avemo il nostro ultimo voler detto,. di nuovo a nostra maggior soddisfazione per la presente avemo deliberato di dirlo, acciocché per ogni tempo mostrar si possa gli nostri animi e opere quali siano, ovvero in beneficio e salute di questa città e onore di vostre signorie, o pure per il nostro particolare interesse, mancando al proprio onore; che soddisfatto a Dio e poi a quello, segua quello che piace a sua bontà. »
      » Li quali animi e voleri nostri sono che qual volta , considerato ne' termini che ora ci troviamo, chiaramente intenderemo e toccheremo con mano che vostre signorie trovino mezzo d' accordo, per lo quale ne segua la salvazione di questa città , e che al vostro onore medesimamente soddisfaccia, che detto accordo si debba fare, lodando più tosto il ragionevole accordo, che la certa e manifesta rovina d'essa città, rendendosi certi, quando in altra oppinione e parere noi fussimo,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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