Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      U8 STORIA FIORENTINAguarito del tutto, indugiare la partita sua più : perchè lasciato gli sta-tiehi volterrani al comrnessario Pieradoardo Giachinotti, e raccomandatali con efficacissime parole ed efficacissimi pregili la città, gli lasciò per guardia il signor Mattia da Varano di Camerino, il capitano Michele da Montopoli, Belto Rinuccini e Musacchino da Musacchio co'suoi cavalli, e la domenica sera usci di Pisa a tre ore di notte per la porta a Lucca, e nel ragionare che fece a' soldati, non negò il pericolo al quale si mettevano essere grandissimo, ma gli empiè di speranza di poterlo o doverlo superare , e gli caricò di promesse , superato che P avessono.
      Il giorno seguente, che fu il primo d' agosto, camminando per quello di Lucca, e valicato il poute a Squarciabocconi, arrivò verso la sera sotto Pescia due miglia, e vicino a Collodi a' Pesciatini mandò a chiedere passo e vettovaglia ; P una e P altra cosa gli fu ( scusandosi che non potevano far altro ) dinegala, onde se n' andò a Medicina castello de1 Lucchesi, e quivi alloggiò ; donde partito a grandissim' ora , e disegnando volersi condurre per la volta delle montagne al Montale, fece sembiante di prendere la strada che mena a Pistoia, e si getlò al cammino di Calamecca, dove si fermò la notte e la mattina, che fu il di di Santo Stefano, e P ultimo giorno della sua vita, giunto che fu sopra le lari (1) del monte , non pigliò la via buona, ma ingannato dalle guide per la cagione che si dirà, scese a San Marcello, il quale perchè era della parte panciatica , fu a riquisizione de'Cancellieri, mortivi dentro alquanti uomini i quali non erano stali a tempo a fuggirsi , crudelissimamente arso e quasi disfatto. In quel luogo, perchè i soldati, oltra la stanchezza, erano per una grossissima pioggia ch'era repentinamente venula, tulli fracidi, si riposò alquanto, e volle che si cibassero per andarsene poi difilato a Gavinana, terra della fazione cancelliera assai quivi vicina, e da Pistoia meno di dieci miglia lontana, ancoraché sapesse d' avere non solo il Maramaldo dalla sinistra, il quale gli aveva tenuto dietro sempre, ma ancora il Vitello alla destra, e con esso gli Spagnuoli ammoltinati, e di più il Bracciolino con mille de' suoi Panciatichi alla coda , i quali con tutto che avessono assai più gente eh' egli non aveva, non ardirono o non venne loro in taglio d' assaltarlo, aspettando per avventura il principe.
      Il qual principe, avendo saputo da diverse spie e per più lettere intraprese molti giorni innanzi qual fusse il disegno de' Fiorentini, efi) L'estrema sommità delle montagne donde si partono le acque e scendono per gli opposti fianchi di esse. Co»i spiega il Grassi, Diz. Milit. citaudo appunto questo passo~ Arbib.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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