Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO \ il)
      giudicandolo di quel!' importanza eh' egli era, e sollecitato per quanto si credette da Malatesta, deliberò di volere andare egli in persona incontrarlo e combatterlo ; laonde scrisse subito a Fabbrizio Maramaldo, il quale si ritrovava a San Gimignano, che quando il Ferruccio usciva di Volterra facesse punta ( per usar le proprie parole ) di negargli '1 passo, acciò non potesse andare a Pisa, e congiugnersi colle genti del signor Giampagolo, e, non gli riuscendo questo, stesse vigilante nel-r uscir di Pisa, e dovunque marciasse gli fusse alle spalle , tantoché arrivasse egli; ed il medesimo scrisse al signore Alessandro, il quale si trovava in Pistoia, avvertendo che facesse ogni sforzo d' aver seco gli Spagnuoli ammoltinati, i quali allora s' intrattenevano all' Altopascio. Erano questi una grossa banda, i quali cassi come disubbidienti, e fatti ribelli dall' imperadore, andavano guidati da un capitano chiamato Cla-vero, vivendo di ratto , saccheggiando ora questo casale e ora queir altro, e mettendo a ruba e spesso a fuoeo tutto quello che potevano. Due de' capi di costoro erano stati occultamente in Firenze per acconciarsi al soldo de' Fiorentini, e la pratica aveva finalmente conchiuso che s' accetlassono, con questo inteso però , che non si dovessono mettere in terre murate, non si fidando interamente di loro; ma poi conosciuto che andavano a malizia e volevano usar fraude , fecero appiccare quei due capi, e senza procedere più oltre tagliarono la pratica. Ordinò ancora il principe a tutte le genti d' arme , che andassono senza indugio ad alloggiare in Prato, e stessono preparati per poter mettere il Ferruccio in mezzo, e poco appresso scelse tutto '1 fiore dell' esercito , e P avviò verso 'l Pistoiese, cioè uno squadrone di cinque bande di Tedeschi veterani, i quali arrivavano, dicono alcuni, a tremila, ma non erano più di mille, e altrettanti Spaguuoli, benché degli Spagnuoli ne rimandò la notte , forse vergognandosi d' andar con tanta gente contra sì poca, la maggior parte ; e de' colonnelli italiani il signor Gio-vambatista Savello, Piermaria coule di San Secondo, il signor Marzio Colonna , monsignore Ascalino , e di più Pompeo Farina con trecento archibusieri; ed egli, lasciato don Ferrante in suo luogo, e avvisato il conte di Lodrone, che stesse avvertito più per mostrare in apparenza di dubitare, che perchè in effetto dubitasse di que1 di dentro, parti del campo la sera del primo d' agosto , menando seco tutti i cavalli leggieri e tutti gli Stradiotti senza mancarne pur uno , i primi capi de' quali erano, Teodoro Bicherini e Zucchero, o Chiunciero Albanese, Francesco da Prato, Rossole e Antonio da llerrera spagnuoli, e guazzato Arno, cavalcando tutta notte, si condussono la mattina a Lagone villaggio tra Pistoia e Gavinana, dove si riposò e mangiò in quel tempo appunto che il Ferruccio si riposava e mangiava ancora egli inDigitized ìi,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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Malatesta Fabbrizio Maramaldo San Gimignano Ferruccio Volterra Pisa Giampagolo Pisa Alessandro Pistoia Spagnuoli Altopascio Cla-vero Firenze Fiorentini Prato Ferruccio Pistoiese Tedeschi Spaguuoli Spagnuoli Gio-vambatista Savello Piermaria San Secondo Marzio Colonna Ascalino Pompeo Farina Ferrante Lodrone Stradiotti Teodoro Bicherini Zucchero Chiunciero Albanese Francesco Prato Rossole Antonio Arno Lagone Pistoia Gavinana Ferruccio