Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      420 STORIA FIORENTINASan Marcello. Ma inteso da più spie dove si ritrovava il nimico, e come voleva entrare in Gavinana, mandò rattamente innanzi gli Stra-diotti e i cavalli leggieri, tramettendo tra essi per loro difesa i trecento archibusieri del Farina, con ordine che lasciati guardati i passi raggiugnessero la fanteria, e si sforzassero d' entrare nella terra prima di lui, ed egli colla gente d' arme gli seguirebbe.
      Il Ferruccio, il quale suspicava bene che dovessero venire genti nemiche a rincontrarlo per proibirgli '1 passare, ma non già nè tante, nè il principe medesimo, nè si tosto, nè cosi da lontano, per non lasciare I' esercito di sopra a Firenze a discrezione e quasi in preda di quei di dentro, tosto che senti le campane di Gavinana sonare con gran furia a martello, s' avvisò, quello che era, che i nimici fussero presenti ; nè perciò punto smarrito o sbigottito, anzi mostrando col viso quella speranza eh' egli non aveva forse nel cuore, misse spacciatamente tutte le genti in ordinanza, quanto potette il meglio, dividendole in duo battaglie ; P antiguardia, eh' erano quattordici bandiere, guidava egli coperto tutto d' arme sopra un cavai bianco colla spada ignuda in mano ; e la retroguardia, ch'erano quindici, il signor Giampagolo, e, inesse le bagaglie in mezzo, si volse a tutti con lieta cera e, tratto 1' elmetto, disse ad alta voce queste parole : Carissimi e fortissimi soldati compagni mici, il poco tempo e il mollo valor vostro tante volte da me e in tanti pericoli conosciuto e commendalo, non comportano eh' io possa dirvi altro, o voglia, se non che, considerando che in voi sta e nelle vostre mani è posto, o il salvare la città di Firenze, o il distruggerla, e i gran meriti che seguire ve ne debbono, seguitiate me dovunque vedrete che io vada, e vi ricordiate che gli animi generosi eleggono più volentieri il morire onoratamente per vivere in eterno con somma gloria, che vivere disonorati per morire eternamente con molla ignominia, o almeno senza lode alcuna. E rimessosi P elmetto s'affrettava di giugnere a Gavinana per occuparla egli, avantichè i nimici i quali erano trattenuti maliziosamente alla porta da' Gavinanesi, P occupassero essi. I cavalli erano medesimamente divisi in due ordinanze sotto quattro squadroni ; i primi guidava il signore Amico d' Arsoli « Niccolò Masi da Napoli di Romania chiamalo Pulledro \ e le seconde Carlo da Castro e Carlo conte di Civitella.
      Poteva il Ferruccio schivare il combattere , e ne fu, come dicono , avvertito, pigliando la strada su per la schiena del monte, e camminando per gli gioghi dell' Appennino capitare nelle contrade di Vernio e calare giù nel Mugello ; ma egli, o per non mostrare segno alcuno di viltà, o per non perdere le bagaglie, le quali gli conveniva lasciare di necessità, non meno ricca che sicura preda, a' nimici, o per non


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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