Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      122 STORIA FIORENTINAsoldati ; ma non sì che Antonio d' Herrera, uomo non meno perfido che codardo, vedutolo in terra, non si cacciasse a fuggire a briglia sciolta, e dietro a lui Rosciale, i quali con molti altri, senza sapere il perchè, diedero di sproni al cavallo, e si fuggirono vituperosissimamente insino a Pistoia, dando voce eh' il campo era rollo, di maniera che nel campo sopra Firenze, e dentro nella città andò la novella che il principe era morto e 1' esercito sconfìtto.
      In questo medesimo tempo aveva il signore Alessandro con incredibile furore urtato per fianco la retroguardia, e tutto che il signore Giam-pagolo non avesse mancato nè all' ufizio di capitano nè al debito di soldato, fu nondimeno dal molto numero e virtù de' soldati tostamente disordinata e, perdute le bandiere, quasi rotto ; perchè egli sceso del cavallo, e rimettendo come poteva il meglio i suoi soldati in fila, e aprendosi la via colla spada, mentre i nimici erano più intenti a saccheggiare le bagaglie che a combattere , si ritirò nella terra per soccorrerò il Ferruccio ; il quale avendo combattuto presso a tre ore in sulla sferza del caldo, il quale era smisuratamente grande, e cacciato i lanzi e i cavagli della terra, de' quali erano stati abbruciati molti dalle trombe di fuoco, si riposava un poco appoggiato alla picca , pensandosi d' essere ornai sicuro, e tanto più che i soldati eh' egli ' aveva lasciato fuora, sentita la morte del principe, e veduta la vergognoso fuga della gente d' arme , avevano con liete e altissime voci gridato più volte, Vittoria, e così sarebbe stato; ma una banda di lanzi, la quale era nella coda e non s' era mai mossa, fece testa, ed entrò nella terra, e dietro la quale non solamente gli altri lanzi » ma gran parte de' colonnelli italiani, chi da una parte e chi dall' altra diedero addosso alla gente del Ferraccio ; onde si rinnovellò il fatto d' arme con tanlo fracasso di picche e tale strepito d' archibusi, eh' era cosa orribile a sentire e orribilissima a vedere. Il Ferruccio e 1' Orsino, fatui una fila tutta di capitani, non pure sostenevano gagliardamente P impressione de' nimici, ma si scagliavano dovunque vedevano il bisogno maggiore, ed il Ferruccio, ora avvertendo, ora pregando, e talvolta gridando, e sempre menando le mani, era cagione che i soldati suoi, prima che ritirarsi un passo a dietro , si lasciavano o infilzare dalle picche, o fendere dall'alabarde, o trapassare dagli archibusi, e F Orsino, seguitando sempre il Ferruccio con quel drappello di capitani, non pareva che si potesse saziare di vendicarsi. Ma poiché egli vidde che la piazza correva tutta di sangue e che i corpi morti, che si trovavano a monti, non lasciavano venire innanzi i soldati, e che sempre da ogni lato comparivano nuovi e freschi nimici, rivoltosi al Ferraccio disse, essendo tutto trafelato e tulio pieno di polvere e di sudore:
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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