Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
i 50 STORIA FIORENTINAa vostre signorie che perseverando in tale ostinata oppenione , per la quale si causerà la rovina espressa della città , che siccome noi non avemo mai voluto concorrere nelT opinione di vostre signorie nel detto combattere , cosi ancora non volemo presenzialmente ritrovarne in quella, parendone più soddisfazione appresso a Dio ed al nostro o«iorc, e così portare il debito del detto onore ; per tanto le notifichiamo, che saremo costretti ( perseverando in tal detto volere) pi-gl'are alle persone nostre conveniente partito , per non trovarne in della rovina , essendo stali con vostre signorie tulli gli debiti mezzi per la preservazione di questa città per noi usati, che possibile stalo sia, nè avendo mai potuto farle capaci della ragione , nè polendo allro farne , siamo coslretli a questo, e poi vostre signorie seguiranno ciò che gli parrà di questa città. Ma bene ne duole che gli nostri pareri e discorsi non gli poliamo fare intendere nel vostro general consiglio, il quale è capo e signore della città , nè per noi s1 è mancato , come nelle nostre appare, desiderare eli1 esso consiglio I' intendesse , e se-condoctiè in esso fusse stato ottenuto, così noi saremmo slati conformi , restando certissimi che a qualunque del mondo, e a qualsivoglia uomo di guerra o non di guerra, alle mani delle quali perverranno le presenti nostre e le passate, daranno intero giudizio, quali siano stati gli animi, l'amore e la fede verso quesla città ; e perchè il tempo fugge, vostre signorie faranno subita resoluzione, acciocché possiamo parimente subito risolvere. •
< Addi 8 d' agosto nel 50. »
Servitore Malatesta Buglione.
Servitore Stefano Colonna.
Letto non senza grande indignazione una e altra volta questo prò-testo, furono i signori certi all'alto di quello che ornai non dubitavano o non dovevano dubitare punto; e perchè gli animi generosi vogliono andarne da sè, e non esser menati da altri, e la disperazione può molte volle negli uomini risoluti quanlo la speranza e più, raguuato il consiglio e la pratica, s' accordarono a dargli quella licenza e risoluzione eli1 egli con tanta fretta chiedeva bene, ma non già voleva, né credeva d'averla; mossi a ciò da due ragioni principalissime , mollo più tosto ragionevoli che verisimili : V una , perchè pensavano che i cittadini, licenzialo Malatesta, non dovessono più concorrere a far capo » lui, come facevano già molli ancora de' popolani; l'altra, che avendo i soldati così di fresco e tanto solennemente giuralo di non aver mai a riconoscere altro padrone che i Fiorentini, non fussono per abbandonargli eziandio se Malatesta si partisse, anzi a disporsi d' uscircxxviii^rOOQle
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