Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      134 STORIA FIORENTINAtendo, che la libertà accordando : le quali cose parte vedendo, e parte udendo ii gonfaloniere e la signoria, e conoscendo manifestissimamente quello esser 1' ultimo sterminio della città di Firenze, confortati ancora e pregati da molti buoni cittadini a non volere vedere P estrema rovina loro e di Firenze medesima, diedero agevolmente luogo all' ira e ali1 ostinazione , e con miglior consiglio e più sana deliberazione che già i Saguntini, avendo essi voluto morire per la patria , non vollero che la patria con loro e per loro morisse. Laonde posto dall' una delle parti il voler combattere, rivolsero l'animo all'accordarsi, ogni volta che diti' accordo dovessono seguire principalmente queste due cose: 1* una, che alla città si conservasse la liberta ; 1' altra, eh' essi e chiunque si fusse in qualunque modo o per qualunque cagione adoperato in questa guerra , fussono sicuri d' ogni offesa e danno, così di roba come di corpo, sdimenticandosi da tutte le parti tutte 1' ingiurie o di fatti o di parole, e che don Ferrante dovesse obbligarsi egli non solamente in nome pubblico del papa e dell' imperadore, ma eziandio in suo proprio e privato.
      Perchè, ragunato la sera medesima, che fu 1' antivigilia di san Lorenzo, il consiglio e la pratica, renderono per minor male il bastone a Malatesta, e a Zanobi, che lo consigliava ed era aggirato da lui, 1' autorità del commissariato ; il qual Zanobi chiamato da loro in palazzo con sicurtà v' andò, ma non senza qualche pericolo, tumultuandosi ancora in piazza, perchè una parte degli Ostinati, che cosi si chiamavano quelli i quali non volevano 1' accordo, dubitava o che la signoria non aggirasse loro, o che non fusse aggirata ella da Zanobi e da Malatesta. Non voglio lasciare indietro, che il capitano de' Guasconi, sentito il romore, s' appresentò di fatto con gran fede e con grand' a-nimo con tutti i suoi fanti in ordinanza in sulla piazza, e fece sentire alla signoria ch'egli, s'ella gliel comandasse, sarebbe il primo a manomettere e dare addosso alle genti di Malatesta, e rimase quella notte con una banda della milizia, la quale fu quella di Dante, alla guardia del palazzo.
      Il giorno seguente si ragunarono in sulla piazza di Santo Spirito, sprezzata la religione del sagramento tante volte e iu tanti modi fatto da loro, forse quattrocento giovani de' primi di Firenze, e fecero testa più quivi che altrove, per essere viciui alle case e a' soldati di Mala-testa, acciocché bisognando potessero tostamente e soccorrer lui, ed essere da lui soccorsi, non essendo ancor fermi gli animi, e dubitando ognuno d'ogni cosa. I capi principali furono, Alamanno de'Pazzi, Piero, chiamato Pieraccione, Capponi, ii Morticino degli Antinori e alcuni altri : andaronvi ancora Piero e Filippo di Niccolò, e Alessandro
     


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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