Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      1 40 STORIA FIORENTINAalcuni per vivere, alcuni per guadagnare. Il che affinechè meglio s' intenda, è da sapere che in Firenze erano cinque commessari sopra la cura delle grasce: Iacopo Morelli, Giovambatista. Cei, Beltramo Guasconi , Piero Popoleschi e Cino Cini ; i quali si sforzarono con ingegno , e s' ingegnavano con tutte le forze , che non mancasse, e massimamente a' soldati, di che vivere , e per tutta la loro diligenza non se ne trovavano se non poche, e quelle poche si vendevano assai. Del grano schietto gli primi nove mesi se ne trovò per chiunche ne volle e ne potette comperare, i soldati non lo pagarono mai più di tre lire e cinque soldi, gli altri prima cinque, e poi sette; i due ultimi mesi si mescolò con varie sorti di biade, e alla fine non se ne trovando più, s' era comincialo a macinare del riso e altri legumi. Il vino si dava a' soldati per cinque lire il barile, e gli altri lo comperavano otto, nove, e dieci fiorini d'oro; l'aceto, cinque: l'olio, un ducato il fiasco; la carne di vitella , quando ne veniva del campo, quaranta, e cinquanta soldi la libbra; la boccina venti, e venticinque; quella del castrone, quattro carlini: quella del cavallo, quando n' erano ammazzati nelle scaramucce , due grossoni, e non era cattiva ; quella dell' asino, un carlino. Un paio di capponi valevano sei, e quando erano, non che sfoggiati, grassi, sette, e otto scudi; le galline cinque, e i pollastri tre ; i pippioni, una corona il paio ; le gatte si vendevano quaranta soldi l'una, e ve ne rimasero poche; i topi, secondochè scrisse a Vinegia il loro oratore, si comperavano un giulio V uno ; il pesce fresco, un mezzo scudo la libbra ; la libbra del cacio, cinque, sei, e sette carlini ; 1' uova , diciollo , e venti soldi la coppia ; una zucca fresca, quattro grossi ; un popone, sei, otto, e dieci carlini ; le susine costavano quattro, sei, e talvolta quindici quattrini 1' una*, un cesto di lattuga, tre, o quattro crazie ; la libbra dell' uva, otto soldi, e bene spesso un barile; il zucchero, da quarantacinque in cinquanta soldi la libbra ; il pepe, circa un mezzo fiorino; le legne grosse , otto ducati la catasta; e di tutte queste cose, fuori solamente del grano, s'intende quando si trovava da comperarne, perchè i più le volevano per loro, o barattarle con altre grasce, ma di nascosto; perocché negando ognuno d' averne per suo logorare, e non dando nelle scritte le portate vere, si crearono otto commessari, l'ufficio de' quali era 1' andare in persona a ricercare in tutte le case di tutte le grasce, le quali erano nascosa variamente in vari luoghi, e farle portare in comune per darle a' soldati, i quali stettero sempre pazientissimi (1).
      (i) Dello stato calamitoso in cui trovava*) l'esercito tedesco fuori di Firenze parla un Diario mss. dell' anno 1519 al i&70 di Gasparo Ricci da Cantiaoo nella Biblioteca Vaticana.


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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