Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (181/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      libro do»icksmo 181
      quali si trovavano accesi ne' libri del comune, o per gabelle non pagate o per altre cagioni, erano stretti severissimamente tutti a dover pagare, e dall'altro lato coloro i quali, o per case rovinate o per altre cagioni, avevano avere dal comune, non solo non erano pagati come libertini, ma ripresi come Piagnoni e proverbiati.
      Erano già di due i quattro mesi passati, e tutto che'l papa solleci* tasse instantissimamente , nondimeno l'imperadore andando mettendo tempo in mezzo, senza allegarne la cagione, non ispediva il duca Alessandro, dando quella riforma allo stato di Firenze, che i capitoli gli concedevano, onde per questa, o per qualsivoglia altra cagione, agli diciassette di febbraio la balia insieme col gonfaloniere, il quale era Raffaello di Francesco de' Medici, perchè tutti quegli i quali sedevano gonfalonieri, s' arrogevano alla balta. fecero una provvistone per ordine di papa Clemente, benché in ella fussero scritte queste parole proprie, niolu proprio, et de plenitudine potestalis; nella quale per conoscere l'eccellente virtù, vita e costumi dell' illustrissimo duca Alessandro de'Medici figliuolo del magnifico Lorenzo già duca d' Urbino, e per riconoscere i tanti e si grandi beneficii così temporali come spiri-tuali ricevuti dall' illustrissima casa de' Medici, lo creavano della balia, e abilitavano sua eccellenza che ella potesse, non ostante qualunque inabilità , esercitare tutti gli uffici, eziandio il supremo, cioè quello de'signori, in un tempo medesimo, ed essere a ogni suo piacimento proposto , e in tutti, non ostante nè legge nè consuetudine alcuna, rendere partito. Dissesi che in questa deliberazione d1 ottantaquattro fave che erano, se ne trovarono dodici bianche; tanto poteva ancora in alcuni o l'amore della libertà * ol' odio contra la famiglia de'Medici. Poco appresso pur del mese di febbraio, si pose un accatto a perdita, cioè un balzello a tutti i cittadini che erano a gravezza in Firenze , non ostante privilegio o esenzione aleuna a lutti coloro i quali abitavano la città, il qual balzello gittava ottantamila ducati: ma perchè s'aveva a pagare due volle, se ne cavarono in tutto censeséantamila fiorini d'oro.
      Mentrechè queste cose si facevano in Firenze, gli Aretini afendo estremo desiderio di non ritornare più sotto la tirannide, come la chiamavano essi, de' Fiorentini, ma reggersi colle loro leggi nella loro libertà sotto l'ombra e protezione dell' imperadore, mandarono iofino nel Tcntinove a sua maestà quando era in Bologna, un ambasciadore , il quale senza far menzione alcuna del papa, gli espose questo loro desiderio , mostrandolo giustissimo con quelle ragioui e quelle cagioni ebe non mancano a coloro che cercano di difender la libertà. V imperadore, tacendo la guerra allora in colmo, e sappiendo di quante comodità (otm Varchi. Voi. IL i3
      v^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (181/476)






Piagnoni Alessandro Firenze Raffaello Francesco Medici Clemente Alessandro Medici Lorenzo Urbino Medici Medici Firenze Firenze Aretini Fiorentini Tcntinove Bologna Varchi Qle