Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      STORIA FIORENTINApiù che poco appresso accaddero le medesime disgrazie e infelicità necessarie alla conservazione dell' universo, ma degnissime nondimeno d'ogni compassione, per tutto il paese di Portogallo.
      In questo tempo si ritrovava papa Clemente in incredibile angustia d' animo, ed era più che mai fosse tribolalo, e in maggior confusione di mente, veggendo che tulle le disgrazie e infelicità che possono accadere , erano al suo tempo accadute , e parendogli esser venuto in pericolo di non dover perdere il papato , perchè l'imperadore, arrivato dopo la sua coronazione in Augusta, dove egli aveva, come si disse di sopra, ordinalo la dieta, s'era posto in cuore di far eleggere Ferdinando suo fratello a re de' Romani; e per questo, e per potersi servire de' danari e delle genti delle città libere, parte delle quali s' erano collegate insieme a difesa comune ogni volta che per conto della religione fussono molestate, e parie stavano per collegarsi, desiderava intensamente di pacificare I' Alamagna, essendo già le forze dell' eresie luterane tanto cresciute , e tanto Ira loro divise e discordi, che davano da pensare a' più savi e più potenti, e perciò ricercava l'imperatore istantemente e pregava il papa , che volesse acconsentire al concilio, e gli prometteva, per assicurarlo, che v'interverrebbe egli in persona. Clemente non poteva sentir cosa la quale più lo affliggesse di questo, dubitando di non dovere essere diposlo, si perchè sapeva di non esser legittimo, sebbene innan-zichèt fusse promosso al cardinalato , s' era provato con false testimonianze il contrario , e la comune opinione è che chi non è nato legittimamente non può essere non che papa, cardinale, sebbene ciò non si trova nè vietalo nè conceduto spressamente da'canoni; e si perchè era stato eletto pontefice con manifesta simonia} e si ancora perchè aveva fallo spargere per lutto il mondo, quando l'esercito imperiale ed ecclesiastico era sopra e sotto Firenze, che. non aveva mosso guerra, nè combatteva la sua carissima patria ad altro fine, che per volervi introdurre in luogo d'uno scandaloso e tirannico stato, un pacifico e civilissimo governo, senza avere riguardo alcuno nò a se , il quale era in grado che non aveva bisogno della ciltà di Firenze, nè a' suoi parenti e amici, i quali l'avevano nel maggior bisogno abbandonato perfidamente; di poi veggendosi per gli effetti tutto il contrario , e avendo usato sì grande immanità nel vendicarsi, e nel!' assicurarsi contra la forma do' capitoli, e avendo cantra tanti confinali, stava con non meno grande che ragionevole sospetto di non dovere essere, celebrandosi un legittimo e libero concilio, rimosso dal papato; e nondimeno per non iscoprirsi fingeva, secondo la natura sua, non solo di volerlo concedere, ma di aver caro che si facesse. Ricordava bene, che ( essendo nel grado eh' egli era ) gli bisognava aver riguardo che l'autorità de' pontefici


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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