Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO DODICESIMO 187
slglio in presenza sua un decreto tutto in favore della Chiesa romana e delia sacrosanta Sede Apostolica , confermando le tradizione de' padri e le determinazioni de'concili, e in somma, che in tutto e per tutto si vivesse per l'innanzi in quelle cose che appartenevano alla religione, come s'era vivuto per I'addietro, e comandò sotto gravissime pene, che tutte quelle cose e ciascuna di esse dovessoilo essere Inviolabilmente osservate da chiunque amava, o temeva la grazia, o la disgrazia sua , o del papa. Dalle quali cose si può manifestamente conoscere, non essere stato vero, anzi falsissimo, quello che credevano, o dicevano molti, che Carlo e Ferdinando non giuocavano di buono , ma favorivano sottomano , e mettevano al punto i Luterani per aver quel calcio in gola al papa , e tenendoli in bocca quel morso farlo stare a freno e in cervello , colla temenza di potergli a ogni lor posta convocare un concìlio addosso.
Aveva di già in animo l'imperadore di voler punire i nemici suoi e della casa sua, e ridurre a ubbidienza ( come se ne gli porgesse l'occasione) quelle città le quali s'erano poco meno che ribellate da lui ; perciocché quanto gli promettevano amorevolmente colle parole, tante gli toglievano villanamente co' fatti ; per le quali cose Carlo, non ostante che i Protestanti avessono protestato di nuovo, fece intimare a Giovan-federigo, che dovesse un di determinato ritrovarsi in Colonia per faccende dell'imperio importantissime; il qual Giovanfederigo ebbe il medesimo jriorno lettere del vescovo di Magonza (4), primo tra gli elettori , nelle quali si conteneva, P imperadore averlo ricercato eh' egli dovesse far ragunaregli elettori, per cagione di creare il re de'Romani. La qual novella scritta da lui subitamente a tutti gli stati e principi dello'mpe-rio. e a tutte le città della lega, riempiè di sospetto e mise sottosopra tutta la Lamagna ; perciocché sebbene il re Ferdinando era degnissirtio di tutte le parti di succedere in tanto imperio a si grande imperadore, nondimeno gli Alemanni, e massimamente i Protestanti, conoscendo, quan-tunche tardi, questo essere un perpetuare l'imperio nella casa d' Austria, facevano ogni resistenza che potevano. Le cagioni che allegava Carlo di volere che si creasse il re de'Romani erano queste: che avendo egli sotto di sè molti reami, e bisognandoli aver cura di vari-popoli, non poteva riseder sempre nella Germania; e tanto più poteva ciò men fare, quando tutta la Cristianità, e specialmente l'Alemagna, si trovava in quel tempo in grandissima combustione e pericoli si per le discordie della religione, e
(1) Alberto di Brandemburgo, Il di questo nome ira gli arcivescovi di Ma-$ouza, essendo stata quella chiesa eretta in urei vescovato fin dal 741. L'Arl/d».
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