Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
libho dodicesimo 19janco poi per la festività di san Piero accettare il censo, come è usanza; nella qual cosa mostrò con maraviglia di molti, che più poteva lo sdegno dentro il suo petto che l'avarizia ; il quale sdegno e odio occulto egli serbò non solo contra '1 duca , col quale pensava di potersi valere o con gì' inganni o colle forze, ma ancora contra Carlo, il quale, o perchè gli paresse d' averselo guadagnato in perpetuo per le cose di Firenze j
0 per altre cagioni, lasciando strigare tra loro il restante, consegnò Modana e Reggio, ch'egli teneva in deposito , al duca.
Era&i l'esercito spagnuOlo , partito che fu di sotto Arezzo, accampato d'intorno a Siena a contemplazione del papa, il quale, per potersi valere di quello stato, voleva, essendo morto Fabio Petrncci, rimettere gli usciti del monte de' nove, e dopo lunga pratica si convenne finalmente y che ognuno, senza alterarsi però la forma del governo, potesse godere liberamente la patria e la roba sua, e per sicurtà degli usciti vi si messe una guardia di trecento fanti spagnuoli, de' quali era il capo il duca di Malli, il quale più tosto per dappocaggine che per altra magagna, si lasciò a poco a poco sopraffare di maniera, eh' egli non che a mantenere in stato gli altri, non era bastante a difender sè; onde gli usciti, dubitando non esser cacciati da altri, se n' andarono da lor medesimi, e conobbero non senza lor danno e vergogna quanto è debole e da dovere tosto mancare quella potenza, la quale in su altri trespoli si regge, che in su'suoi pròpri.
Creossi di questo tempo un magistrato nuovo di einque uficiali sopra la fortificazione della città e di tutto il dominio fiorentino per un anno, i quali si chiamavano procuratori della fortificazione, ovvero delle fortezze, eon grandissima autorità; e del mese di settembre si vinse un'imposizione d' una mezza lassa alle case, con autorità ne'procuratori medesimi di poter gravare e sgravare , secondochè a loro paresse , e la dovessono aver riscossa fra tre mesi, per ispendere quei danari ne'bisogni occorrenti di detta fortificazione; i quali furono: Bartolommeo di Filippo Valori; Ottaviano di Lorenzo de'Medici; Prinzi-valledi messer Luigi della Stufa; Alessandro di Gherardo Corsini e Lapo di Bartolommeo del Tovaglia. Creossi ancora una mano d' ufiziali per graziare coloro i quali avevano debito in comune, perciocché i cittadini
1 quali erano o tanto grandi, che non temevano d'esser pegnorali da'birri, o tanto poveri, che non avessono il modo, non pagavano l'intero delle gravezze, non solo erano comportati de'residui, ma agni tanto tempo graziati, cioè scancellavano con una piccola quantità * tutta quanta la somma; la quale usanza quanto era buona e commendabile ne' poveri, tanto meritava biasimo e gastigo ne' ricchi.
Traile prime e più necessarie cose che giudicò papa Clemente, ria-
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