Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
f 98 STORIA PIORK.VmAla venata sua crearono a' diciassette di giugno duoi oratori ad incontrar sua eccellenza in su' confini, Ruberto Acciaiuoli e Luigi Ridolfi, i quali non avevano a fare 1' uno coli' altro , se non ohe amendu-ni erano uomini e Fiorentini. Agli ventiquattro essendo già arrivalo il duca, e gitosene per sospetto della peste a Prato nella prepositura del cardinal Ridolfi , la signoria elesse quattro oratori, che 1'andassono incontanente a visitare : il reverendo messer Guido de' Medici arcivescovo di Civita , e castellano di castel Sani' Agnolo, il reverendo messer Francesco Minerbetti arcivescovo Turrilano , Matteo Strozzi e Palla Rucellai. A1 tre di luglio giunse in Firenze messer Giovannanlonio Mussetlola am-bisciadore e commessario imperiale, colla bolla del decreto e dichiarazione di Cesare, la quale era fatta nella città d'Augusta a'ventuno d'ottobre r anno millecinquecentotrenta, sottoscritta di mano propria dell'imperadore, e suggellata col suo suggello d'oro, e subitamente senza punto badare si trasferì a Prato, dove andò il giorno seguente ancora l'arcivescovo di Capova , ma tornò la sera medesima. Il di di poi entrò il duca in Firenze per la porta di" Faenza a ventitré ore , con non molla gente seco, ma bene con gran numero di cittadini, i quali con un drappello di giovani riccamente ad.-lobbati1 erano iti a rincontrarlo. Egli se n' andò di filo alla chiesa della Nunziata de' Servi , e quindi al suo palazzo de'Me-dici, dove fu da tutli i primi visitato. La mattina seguente , che fu il giorno di san Romolo a' sei di luglio, egli, il Mussetlola e il nunzio apostolico con gran codazzo di cittadini e moltitudine di popolo gridante, secondo l'usanza della plebe , Palle , Medici , Medici, e Viva , Viva , n'andò a palazzo, dove la signoria, la quale insieme con lutti i magistrati l'aspettava nella prima sala vecchia, dove si ragunano oggi i ilugenlo, andò loro incontra sino alla scala. Era nel mezzo di delta sala lungo il muro dirimpetto alla porta, fatta una residenza alquanto rilevala con alcuni gradi da piè per li magistrali, sopra la qual residenza saliti il Mussetlola , che aveva a mano diritla il duca, e dalla sinistra il gonfaloniere con quattro signori da ogni banda, drizzatosi in piè colla bolla spiegata in mano , cominciò a favellare in questa irihniera :
« Che essendo il serenissimo e invittissimo imperadore Carlo V venuto in Italia per doverla pacificare» affinechè renduto la pace a lei, potesse rivolgere sicuramente l' armi sue conlra il principe de' Turchi, e avendo pacificata Vinegia, e P altre citlà d'Italia, trovò che solo i Fiorentini non solamente avevano osato cacciare il papa e la nobilissima famiglia de' Medici, onde avevano e pubblicamente e privatamente tanti onori e beneficii ricevuto, di casa sua senz'alcuna cagione, ma eziandio muovere.guerra a sua maestà nel suo reame di Napoli, e non ostante ch'ella aveva come benigna e mansueta tentato più volle con dolci e oneste
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