Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO DODICESIMO 199
      condizioni di rimetterla, eglino però, o per la qualità de'tempi, o per loro pertinacia propria, o per privata autorità d'alcuni particolari, inai voluto non avevano; laonde sua maestà fu contrasua voglia ( non altramente che fanno i padri, quaudo a gastigare i figliuoli si conducono) sforzata a muover lor guerra, e assediare strettissimamente la ciltà , avendo essi avuto ardire di chiudere le porte a' suoi eserciti. E con tutto che avesse per ragione di guerra potuto far morire di fame tutto 'I popolo fiorentino, e dar Firenze a sacco ed in preda a'suoi soldati, nondimeno sì per la sua propria bontà e si per intercessione di papa Clemente , non aveva voluto permettere che così si facesse ; anzi aveva fatto ritenere i soldati ardentissimi di dargli l'assalto per saccheggiarla, infino a tanto che i Fiorentini riconosciuto l'errar loro , e dimandatone perdono, s'arrenderono e fecero l'accordo; onde Cesare per vigore della sua dignità e potestà imperiale, ed in virtù della capitolazione fatta tra il signor Fernando Gonzaga e la repubblica fiorentina, l'aveva per sua propria clemenza, e a'caldissimi preghi della santità di papa Clemente ricevuta in grazia di nuovo, e rendutole larghissimamente tutte le ragioni, preminenze, immunità, privilegi e grazie imperiali di prima, donde era per le cagioni e ragioni sopraddette meritamente e secondo la disposi-zion delle leggi caduta , e ordinato che l'illustre famiglia de' Medici, e conseguentemente l'illustre signor Alessandro duca di Civitàdi Penna , suo dilettissimo genero, dovessono esser ricevuti e accettati nella patria c casa loro, con quella stessa autorità e maggioranza la quale v'avevano innanzi che cacciati ne fossero, e riformandosi lo stato , e creandosi i magistrati come innanzi al mille cinquecenvenzelte si faceva, il detto duca Alessandro fosse capo e proposto di tal reggimento in tulli gli ufici e magistrati, come era suto deliberalo per legge municipale agli diciassette di febbraio, mentrechè durava la vita sua, e dopo la sua morte tutti i suoi legittimi figliuoli ed eredi e successori maschi discendenti del corpo suo; intendendosi sempre, clie la prerogativa della primogenitura dovesse aver luogo, e mancando la linea legittima di detto Alessandro, in tal caso il più propinquo di detta casa de' Medici della linea di Cosimo e di Lorenzo fratelli, colla medesima prerogativa dell'età , cioè chi fosse maggior di tempo dovesse esser successivamente in infinito primo capo del governo , slato e reggimento di delta repubblica } e sotto la cura e protezione di lui avesse a essere della città di Firenze, la quale se mai per tempo alcuno o per qualunche cagione facesse conlra la deliberazione e dichiarazione del presente decreto, s'intenda subitamente esser caduta di tulle le grazie, privilegi ed esenzioni sopraddette , ed inollra esser devoluta all' imperio, sotto pena a chiunchc contraffacesse di cento marche d'oro.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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