Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
200 STORIA FIORENTINA
11 JJusscllola, posto che ebbe fine al suo ragionamento , mostrò a ciascuno de' magistrali il privilegio, poi lo diede nelle mani a messer Francesco Campana primo cancelliere e segretario della signoria, il quale lo lesse ad alta voce cosi come egli stava, e l'intimò pubblicamente eolle solite cirimonie; il che fallo, messer Benedetto Buondelmonti, il quale uscito, fatto 1' assedio, della torre di Volterra, era stato eletto gonfaloniere, si rizzò in piedi , e con volontà degli altri e in nome di t«Ila la repubblica, rivoltosi al Mussetlola e avendo la bolla imperiale in mano, disse colali o somigliami parole :
Che ringraziava sommamente e con tutto il cuore la maestà di Dio, e in nome suo e di tutto il popolo fiorentino rendeva umilmente a quella di Carlo V imperadore infinite grazie ; il qua! popolo fiorentino era sempre stato, quando era slato di sua potestà, divotissimo alla cesarea maestà, e sempre sarebbe, poiché, gran bontà e mercé di lei, era suto non pur liberato dalla fame e dai sacco, salvala agli uomini la vita e ha roba, e alle donne l'onore, ma aveva ancora riauta la sua cara e dolcissima libertà e il suo dominio, e, quello che era il tutto, sua maestà aver dato loro un capo, dei quale tutte le membra, non solo ne restereb-bono contente, ma se ne rifarebbono, e così fatto medico, che non solo sanerà le antiche malatlie e le nuove piaghe di quella repubblica , ma procurerà che non ne nascono più. Onde la memoria di quel giorno, nel quale s'era dato principio a un felicissimo e perpetuo stato, doverrà ssrr perpetua e felicissima sempre., e perciò rimanere '.ulti non meno soddisfalli della buona volontà di Cesare, che obbligati eternalmente al suo divino e perfelto giudizio ; e che egli ne' nomi sopraddetti riceveva e accettava volentieri e con allegrissimo cuore l'illustrissimo ed eccellentissimo signor duca Alessandro quivi presente, udenle ed accettarne a tutto quello che sua molta magnifica ed eccellente signoria aveva in nome dell' imperadore detto e comandato, conforme a quanto nella bolla e privilegio imperiale si conteneva; e per tale prometteva sinceramente all'uno, e all' altro di loro , che terrebbono sempre sua eccellenza illustrissima , e lutti i legittimi figliuoli ed eredi e successori suoi, e mai non contravverrebbono a cosa nessuna che in detta bolla e decreto si contenesse , anzi l'osserverebbono inviolabilmente tulli, rinunciando a qualunque legge o statuto che in qualunche modo e per qualunche cagione, o direttamente o indirettamente , disponesse altrimenti ».
Queste parole dette, i proposti di ciascun magistrato si rizzarono da' loro gradi a uno a uno, ed in vece di tulio l'uficio andarono ad accettare e prometter l'osservanza, toccando inchinevolmente colla mano destra la bolla , e colla sinistra alzando in segno di riverenza il cap-
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