Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO DODICESIMO 201
puccìo, con quesl' ordine : Giovanni di Benedetto Covoni per gli sedici gonfalonieri delle compagnie del popolo; Francesco di Pierfrancesco To-singhi per li dodici buonuomini ; Filippo di Niccolò Valori per li capitani di parte; messer Matteo di messer Agnolo Niccolini per gli otto di pratica; Domenico di Soldo del Cegia per gli otto di balia ; Giovati Maria di Lorenzo Beninteudi per gli conservadori ; Matteo di Lorenzo Strozzi per gli ufìciali del monte ; Matteo di Bernardo Niccolini pe' massai di camera; Dinozzo di Simone Lippi per li sei della mercatanzia ; Prinzivallc di messer Luigi della Stufa per ii procuratori delle fortificazioni ; messer Enea di Giovenco della Stufa dottore di legge, chiamalo messer Necessità, per lutta quanta la balia. È da notare che nella bolla, o decreto, o dichiarazione dell'imperadore non si faceva menzione alcuna dell'ultime parole del primo capitolo, cioè che si dovesse salvare e mantenere la libertà , e ciò avvenne perchè detta bolla fu composla secondo l'istruzione che aveva mandato il papa; onde sebbene tutti i proposti mostravano di fare tutto quello che facevano allegramente e con lieto viso, si conosceva nientedimeno che alcuni , ricordandosi per avventura , che secondo la capitolazione doveva esser mantenuta la libertà , approvavano quello che approvavano piuttosto colla bocca che col cuore. Di tutte queste cose per comandamento del Mussetlola, del duca Alessandro e del gonfaloniere si fece solenne contrailo rogato , alla presenza di mollo popolo, perchè si tennero le porle aperte, e in specie di messer Albizzo d'Anton dei Nobili canonico, e di messer Giovanni di messer Luigi della Stufa testimoni, per mano di ser Giovanni di ser Giuliano Durazzini.
Fornita quesla cerimonia , che fu dell' importanza che ella fu , e licenziato ciascuno, il duca solo accompagnò la signoria fin di sopra, e sedendo tra i signori nella solita residenza mise a partito come proposto, che si facessero alcune limosine a1 luoghi pii, i quali, e specialmente molti monasteri di monache, n'avevano non bisogno, ma necessità ; di poi insieme cogli altri se ne tornò a casa sua, e la sera si fecero con incredibile allegrezza , e con' incredibile dolore i fuochi per la città tutta; s'apersero ancora le Stinche, e furono lasciati tutti i prigioni eccetto che otto, o dieci, parte per debito , e parte per ma-leficii, e tre giorni appresso si celebrò la messa solenne in Santa Reparata. Il giorno seguente andarono il gonfaloniere e tutta la signoria di piano e di cheto al palazzo de'Medici a visitare il duca come lor capo, ma innanzichè potessero entrare in camera, non che avere udienza, bisognò che spasseggiassero ( ridendosene i cortigiani ) nn gran pezzo per la sala; a tale strazio vanno coloro che prepongono 1' utile speralo all'onore certo. Non è già vero quello che i medesimi Storici de'quali s'è parlato più volte (!) , scrivono secondo l'usanza loro inconside-
(1) Intende del Giovio, che questo affer:na nel Libro XXIX. Cos'i 1' Arbib.
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