Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO TUEDICESIMO
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      vie e per le piazze , e mescolarsi cogli altri senza fare oltraggio alcuno a persona, ed in Mercato Nuovo far talora un cerchio di loro, e spartirsi, e far quivi una partita al calcio, cominciarono di poi a uscir fuori quando pioveva e che i rigagnoli correvano, e le vie erano piene di fango e di mota, gittandosi per l1 acqua e pjer la broda , non solamente dar col pallone a cui eglino trovavano , ma ancora con istracci e panni tuffati nell'acqua, nel fango e in ogn'altra bruttura, dar nel viso, o in quella parte della persona ch'eglino potevano, a chiunque eglino trovavano per le vie, e mandar sottosopra e guastare tutte quelle robe delle botteghe eh' ei trovavano fuori , e massimamente erbacei e altre robe degli ortolani. Onde ancor oggi dura questa usanza , che 1* anno per carnovale, e massimamente il giorno dopo desinare, perciocché il più delle volte il pallone esce fuori intorno alle ventidue ore, le botteghe non s'aprono se non a sportello, e acciocché gli uomini siano a tempo a serrarle del tutto, poco innanzi che'l pallone esca fuori, vanno i trombetti sonando le trombe per Piazza, per Mercato Nuovo, per Mercato Vecchio , e per que' luoghi dove sono le botteghe ed i mercati, perciocché quivi il pallone farebbe più danno che altrove, se le trovasse aperte ; e in tanto crebbe questa veramente barbara e sporca usanza, che non solamente questi travestiti imbrattavano qualunche eglino trovavano per le vie e per le piazze, ma cominciarono ancora a perseguitare e imbrattare infin per le chiese e appresso gli altari coloro che gli erano fuggiti per iscampare da quel bestiai furore del pallone.
      RagunarOnsi adunque nel palazzo degli Strozzi la vigilia della pasqua di Natale una brigata di giovani, come gli si ragunava generalmente, e quivi dopo qualche altro ragionamento da giovani, deliberarono quella stessa mattina mandar fuori il pallone, e perciò usciti del palazzo di sopra detto, guidati da Vincenzio e Ruberto Strozzi, figliuoli di Filippo, senza sonar trombe o far altro cenno perchè i mercatanti e gli artefici avessono tempo a rassettare e riporre le robe loro, delle quali in quei giorno questi uomini cavan fuora gran somma , acciò nel mostrarle eglino allettino gli uomini a comperarne, furono subitamente in Mercato Nuovo, in Calimara, in Mercato Vecchio e per tutti que'luoghi dove erano più botteghe e più robe, e cominciarono con grandissimo danno de' padroni a mandar sossopra, rompere , stracciare e imbrattare ogni cosa, ed ebbevi di que1 travestiti, che copertamente si cacciarono anche sotto delle cose per portarnesele a casa. Dispiacque quest'atto a ognuno, e parve brullo e disusato, siccome egli era in fatto , e la fortuna, vaga sempre di dare occasione alle discordie e sedizioni de'Fiorentini, fece che perseguitando quegli del pallone chiunche


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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