Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      22C STORIA FIORENTINAgandone ciascuno di loro perciò quella parie ch'egli s'era nella lega obbligalo di pagare ogni mese. Convennero ancora , che tulli i colle-gali pagassero ogn' anno una piccola quantità di danari, dichiarando pure medesimamente che somma ne dovesse pagare ciascuno di loro, per trattenere i capitani che rimanevano in Italia al tempo della pace, per poter servirsi dell'opera loro nel lempo della guerra, se'1 bisogno lo richiedesse, e per pagare ancora ogn'anno certe pensioni di Svizzeri, acciocché eglino non avessero cagione di dar fanterie al re di Francia, s'egli n'avesse chieste loro; e della lega fu dichiarato capitano generale Anton da Leva spagnuolo , con questa condizione, ch'egli dovesse restare al governo dello stato di Milano.
      Il giorno di poi che fu ferma e stipulata la lega , che fu a' venticinque di febbraio, parti Cesare di Bologna, e se n' andò a Genova, dove imbarcò pien di sospetto dell' animo del papa , e ritornossene in Spagna. Il pontefice ancora pochi giorni di poi si parti da Bologna, e per la via della Romagna se ne tornò a Roma, accompagnato tra gli altri dal cardinale Tornone e dal cardinale di Tarbes franzesi, e di grandissima autorità appresso al re di Francia, e mandatigli da lui a Bologna innanzichè Cesare gli arrivasse , per trattar seco di molte cose appartenenti non solo al re di Francia, ma ancora al re d' Inghilterra. Il duca Alessandro accompagnò lo imperadore a Milano , e quindi a Genova, dove egli imbarcò per andarsene in Spagna , ed il duca di poi che Cesare fu imbarcato se ne tornò a Firenze dove s'attendeva a ordinare il nuovo governo quanto si poteva il più, nè si faceva per ciò cosa alcuna s'ella non era prima approvata da papa Clemente.
      E perchè l'anno 4531 s'era ordinalo, che i sedici gonfalonieri di compagnie, i quali erano una parte de'collegi, alla quale era commessa la guardia della città, non si facessero più , ma solamente si facessero i dodici buonuomini, eh' eran l' altra parte de1 collegi, a cui era commessa la guardia del palagio pubblico, e senza i collegi il sommo mae-stralo non deliberava cosa alcuna d'importanza , ed essendo tra tutti trentasette persone, cioè sedici gonfalonieri di compagnie, dodici buonuomini, otto priori, ed il gonfaloniere di giustizia , bisognava che un partito si vincesse almeno per trentadue fave nere, perciò, essendosi ordinato che in scambio de'sedici gonfalonieri di sopra detti, si facessero dodici procuratori del comune, il numero de'collegi di ventotto era diventato ventiquattro, e il sommo maestralo di olio priori e il gonfaloniere di giustizia, era diventato cinque, cioè quattro consiglieri ed il luogotenente del duca , che in lutto facevano il numero di ventinove persone ; però s'era scemato ancora il numero delle fave che bisogna-Nano a vincere un parlilo, sicché trentadue s' erano ridotte a ventotto;
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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