Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (233/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO TREDICESIMO 233
      fiorini mille di suggello nuovo , che, ridotti alla moneta fiorentina che si spende oggi, sono fiorini novecencinquantadue di lire sette piccioli (i) per fiorino , egli si faceva far debitore in su' libri del monte al conto suo di centoquattro fiorini, e di questi il comune non gliene pagava più interesse alcuno, ma passali quindici anni s'intendeva che egli avesse guadagnata la dote di sopra detta in sul monte, ed erangli allora pagati di contanti delti fiorini novecencinquantadue, o poca cosa meno per lo aggio de'fiorini d'oro; e se quegli di cui era la dote non voleva riscuotere i suoi danari , ma voleva lasciargli sul monte, poteva, ed erangli pagali gì' interessi ; e slavano cosi queste fatte dote lasciate in sul monte da i lor padroni per sodo l'una dell' altra, cioè se un garzone eli' avesse aula una dote guadagnata sul monte, avesse preso moglie una fanciulla, la quale avesse anch'ella una dote guadagnata, la dote della fanciulla sodava quella del garzone, e cosi dall' altro lato quella del garzone sodava quella della fanciulla: e se un garzone o una fanciulla, in nome dj cui avesse il padre falla la dota in sul monte, si fossero morti o renduli religiosi, gli eredi loro riavevano la metà di quello ch'eglino avevano speso in farla dota di sopra detta, o n'andavano creditori, s'eglino volevano, e risquotevano P interesse, e l'altra metà perdevano; e potevansi, come ancor si può far oggi, far queste doti in modo, che le fussero guadagnate non solamente passali i quindici anni, ma passati solamente dodici , dieci, e sette e mezzo; ma quanto più è lungo il tempo che la dote pena a esser guadagnata, tanto men bisogna spendere per farla ; e quanto più breve è il tempo che la dote pena a esser guadagnata , tanto più si spende a farla, E in questa maniera si durarono a pagare i crediti di monte insino all'anno 1468, che riformandosi il monte, s'ordinò (oltre a che ei non si potesse far più dote in sul monte a maschi), ehe chiunque era creditore in sul monte per conto di dote o d' altri capitali, fusse scritto in sur un libro segreto, che si chiamò il libro non ito de'sette per cento, per pagarne ogn'anno il merito a coloro che vi fussero scritti su a ragione di sette per cento; e si chiamò questo libro non ito, per la ragione, che di sotto si dirà. E questo modo di pagare i crediti di monte durò infin all'anno 1485 , nel qual tempo si cominciò a rendere a' mariti di contanti solamente il quinto decapitali delle dote guadagnate, e del restante si deliberò ch'eglino fussero fatti creditori in su quel libro non ito de: selle per cento detto di sopra , e durò quest'ordine infino a tutto I' anno 1491 , ed allora si fece uu monte di tre per conio , e in questo monte si fece creditore ciaschedu-
      (I) Lire piccioli o di piccioli chiamavansi le lire d'argento, a distinzione di quelle d' oro. Così 1' Arbib.
      Mpgitized by
      Goc JjL


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (233/476)






Lire Arbib Cos