Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 245
      sovvenzione del luogo detto, si fece a' cinque giorni d'aprile di quest'anno una provvisione, per la quale si deliberò che d' ogni traino di legname che si conducesse alla città, o appresso la città quindici miglia, si pagasse una certa tassa allo spedale di Santa Maria Nuova, acciocché egli potesse stare aperto, e dar ricetto agli ammalati, e pagare i suoi debiti.
      Ed a' venzette giorni di maggio di quest' anno si cominciò a cavar la terra, per gettar poi i fondamenti della fortezza eh'è oggi dove anticamente era la porta a Faenza, la quale, come s' è detto di sopra , papa Clemente aveva deliberato che si facesse per sicurtà e riputazione dello stato del duca Alessandro ; e Filippo Strozzi , il quale, come di sopra s'e detto , si dimostrava affezionatissimo al duca , ed il duca a lui, acciocché ella si potesse murare , gli prestò una grossa somma di danari ; sicché di lui si può quasi dire il medesimo proverbio che i Greci dicono del tordo, cioè eh' egli si genera la morte da sè stesso, conciossiacosaché egli quattro anni di poi, o poco più, finisse in quella miseramente la vita sua.
      Fecesi di poi a' trenta giorni di questo mese medesimo, per un' altra provvisione, grazia di nuovo a qualunque fosse stato condannato per qualche suo errore in danari o pena afflittiva del corpo, e a tutti coloro ancora , i quali avessero presa la grazia che s' era fatta I' anno 1530, e poi per sua trascuraggine o per altra cagione non fosse stato notato al libro delle grazie.
      E a i dieci giorni s' ordinò che il monte di pietà potesse pigliare da ciascheduno che gliene volesse prestare , danari a interesso di cinque per centinaio V anno, per poter col medesimo interesso sovvenire alle necessità de' poveri, ed obbligossi a quegli che mettevano lor danari in sul monte di sopra detto, non solamente tutte l1 entrate della città , ma i beni e la persona ancora di quegli ufficiali ehe tempo per tempo avesser cura di questo monte.
      E perchè quasi per tutte le zecche della Cristianità s'era cominciato a lasciar di battere i fiorini d' oro e a battere scudi, i quali son d'oro manco fine che non è il fiorino, conciosiachè questo sia di carati ventitré e sett' ottavi di finezza , e qualche cosa meglio, e lo scudo, che si cominciò a battere allora, e oggi ancora si batte, sia di ventidue carato, di qui nasceva che i fiorini che si battono nella zecca di Firenze, erano subitamente portati fuora della città e disfatti dall'altre zecche vicine, e battutone scudi con grande utilità di chi gli faceva battere, ma con grandissimo danno della città y la quale in questa maniera si votava d' oro ; per questa cagione a i sette di novembre di quest' anno si vinse una provvisione, che nella zecca di Firenze si cominciasse a battere Varchi. Voi. II. 17
     
     


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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