Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO QUATTORDICESIMO 277
mano propria d'Iacopo Nardi, nella^ quale si conteneva che, non potendo altrimente ottener che il duca Alessandro fusse rimosso dal governo di Firenze, dicessero all'imperadore che piuttosto si sarebbono contentati del governo del cardinale Ippolito, che di quello del duca Alessandro; e disse a Iacopo di sopra detto, che nè egli nè gli altri ambasciadori de' fuorusciti, eli' erano iti a Barzellona, avevan richiesto a sua maestà in altra maniera, che in quella ch'era scritta in quella istruì zione, che desse il governo della città al cardinale de' Medici; e stracciata quella istruzione innanzi a Iacopo Nardi, gli disse una gran villania, e sdegnato fieramente se n' andò in Ancona.
Pure con tutte le lor discordie i fuoruscili si ragunarono in casa di Paolantonio Soderini, e cominciarono a praticar tra loro, s'egli era bene mandare il cardinale de' Medici a Tunisi allo imperadore colla com-messione predetta, o no ; e finalmente si conchiuse che non fosse & proposito il mandarlo con quella commessione, perciocché qualcuno di loro diceva che non era bene domandare a Cesare altro governo che quello ch'era stato in Firenze dall' anno 1502 insino all'anno 1512, e dall'anno 1527 sino all' anno 1550, perciocché quello era il più proprio e il più convenevol governo a quella città, che mai gli fosse slato, siccome essi s'ingegnavano di mostrare con molle ragioni eh' eglino adducevano. E se pure dicevano essi, quegli che vogliono mandare il cardinale de'Medici all'imperadore con commessione libera di richiedere a sua maestà quello stato che più l« piacesse, hanno da proporre un miglior modo di vivere per quella città, che non era quello che noi dicemmo di sopra, propongalo, e altera si potrà mandare il cardinale Ippolito all' imperadore con commessione di chiedere a sua maestà quel tal governo ; il che sarebbe molto meglio, che mandare il cardinale con libera commessione di domandare qualunche stato più piacesse all' imperadore ^ perciocché in questa maniera venivano a dimostrare a Cesare di contentarsi anche d'un altro signore, se a sua maestà fusse piaciuto di farlo, e per conseguente di non essere tanto grandi amici della libertà, quanto ei dicevano , e nemici della superiorità, ma del duca Alessandro solamente , e desiderosi della grandezza e potenza lor propria. Proposonsi per tanto tra loro, e disputaronsi molte cose, e niuna se ne conchiuse ; laonde i cardinali Salviati, Ridolfi , Gaddi, e Filippo Strozzi, insieme con loro veggendo quella» confusione e quella tanto gran diversità di pareri, presero sop'ra di loro tutta l'aut(^tà di fare intorno a ciò che s' era trattalo tra i fuorusciti, lutto quello che fusse utile e orrevole a tutti loro, e accomiatali tutti i fuorusciti eh' eglino avevano fatto venire a Roma,. e dato a quegli a cui ne faceva bisogno otto scudi per uno , gli lasciarono andare laddove più piacque a.ciascheduno di loro di ritornarsene; Varchi. Fol. II. 19
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