Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      nella quale ella dormiva. Aveva pensato costui d' empire un altro scrigno somigliante a quello di polvere d' arcbibuso, e metterlo nel luogo dov'era quello in sul quale sedeva spesso il duca , e far lo scrigno di sopra detto in maniera, eh' egli potesse comodamente dar fuoco a quella polvere che gli era dentro, quando il duca gli era su a sedere, il che egli voleva fare, parendogli che la stretta amicizia e familiarità che il duca teneva continovamente colla marchesana , non fosse senza suo gran biasimo e vergogna. Ma mentre egli andava procacciando quelle cose delle quali gli faceva mestieri per fornire il suo mal talento, egli fu scoperto e messo in prigione, laddove egli stette insinattantochò lo 'mpe-radore venne a Firenze, e allora fu lasciato andare dove più gli piacque.
      L'acerba morte del cardinal de'Medici finì det tutto quel maneggio che i fuorusciti avevano auto di mandare in Barberia a Cesare a domandargli per mezzo suo la libertà della città di Firenze , e la restituzione loro alla patria perchè quei fuorusciti i quali erano rimasi in Roma insieme co' tre cardinali fiorentini e Filippo Strozzi, avendo inteso che l'imperadore, poiché aveva preso Tunisi, era vittorioso arrivato a Napoli, deliberarono di mandargli messer Salvestro Aldobrandini a tentare 1' animo suo, per vedere come sua maestà era volta inverso i fuorusciti. Andò messer Salvestro, e parlò a Cesare, e lo trovò di prima molto mal disposto inverso i fuorusciti, del che egli dette loro avviso ; ma di poi ragionando più volte con sua maestà delle cose di Firenze, gli parve che quella con più piacevole animo l'ascoltasse, e intendesse le ragioni de' fuorusciti, che ella non aveva ascoltato e inteso prima, di maniera che egli scrisse a' tre cardinali ed a Filippo Strozzi, che venissero a Napoli con maggior numero di fuorusciti ch'ei potevano, perciocché Cesare pareva di buon animo verso di loro, e be» nignamente gli udirebbe. Onde essi montarono a cavallo , e in gran numero se n' andarono a Napoli, laddove lo imperadore aveva fatto chiamare il duca Alessandro, e gli avea promesso sopra la fede sua di rimetterlo in Firenze a ogni modo.
      Aveva il duca Alessandro sempre e massimamente dopo la morte del cardinal de'Medici, vegliate con grandissima»diligenza le pratiche de' fuorusciti , e osservate fazioni loro, e andava procacciando più favore appresso lo imperadore , ch'egli potevate avendo inteso eli'egli era arrivato di già a Napoli, e voleva ch'egli si trasferisse là, si parti di Firenze a' ventuno di dicembre dell' anno 4535 colla sua corte tutta ve-»tita a bruno per la morte di papa Clemente e del.cardinal de'Medici, ed okre a' suoi cortigiani e soldati menò seco messer Noferi Bartolini arcivescovo di Pisa, il signor Cosimo de'Medici oggi duca di; Firenze,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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