Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
288 STORIA FIORENTINAmesser Giovambatista da Ricasoli oggi vescovo di Pistoia, messer Alfonso Tornabuoni allora vescovo di Saluzzo, messer Francesco Guicciardini , Francesco Vettori, Ruberto Acciaiuoli, Matteo Strozzi, Lorenzo di Pierfrancesco de'Medici, il quale dopo non molto tempo l'uccise, Bartolommeo Valori, Alamanno Salviati, Pandolfo Pucci, e molti altri gentiluomini fiorentini ; e quando egli fu giunto in Roma , quei fuorusciti che gli erano rimasi, o lor partigiani, fecero scrivere su per le mura dell' alloggiameulo suo , Viva Alessandro da Collevecchio ; per rimproverargli in quella maniera la viltà della madre, la quale era una povera contadina nata in quel luogo , del che egli si rise dicendo eh1 a-vea grand' obbligo a coloro che avevano scritte quelle parole, perciocché eglino gli avevano insegnalo donde egli ero, il che prima ei non sapeva. Aveva oltracciò Filippo Strozzi ordinato che un cursore lo andasse a citare in persona nello alloggiamento suo , per conto di quei danari ch'egli gli aveva non molto tempo innanzi prestati per fare la fortezza di Firenze, il che il cursore esegui prontamente. Pure alla fine giunse in Napoli, là dove quando egli fu arrivato , i fuorusciti andarono subitamente a ritrovare quei gentiluomini fiorentini eh' erano seco e s'ingegnarono a lor potere di persuadere loro che non volessero essere strumento del duca Alessandro a mantenere la patria loro in quella servitù, nella quale era stata messa non molto tempo innanzi, dicendo loro che s'ei si affaticassero per far principe di Firenze uno, che fosse veramente della casa de'Medici , ch'ei meriterebbono, se non lode, almeno scusa; ma ch'ei non era già cosa in maniera alcuna lodevole il favorire uno, eh' ei non sapevano chi egli si fosse, nè di cui nato, a tiranneggiare la patria loro, e a tenere fuori tanti gentiluomini, la maggior parte de' quali era loro strettamente congiunta di parentado. Alle quali parole quei gentiluomini eh' erano venuti in compagnia del duca Alessandro risposero benignamente, e si dimostrarono di buon aniirfo verso di loro, ancorché eglino avessono l'intenzione loro molto contraria a quel eh' ei risposero, siccome si vide poi per quel eh' eglino adoperarono contro di loro in favor del duca.
Avevano ancora i fuorusciti prima che il duca arrivasse, per tutta quella corte ragionalo de' casi loro, e raccomandato assai la lor causa, ed eran mollo favoriti dal signore Ascanio Colonna, a cui in que'tempi lo imperadore prestava gran fede intorno alle cose d'Italia , e da Alfonso d'Avalos marchese del Vasto, il quale nella guerra di Firenze era stato generale , ed era ancora , della fanteria spagnuola. Questi due favorivano i fuoruscili, parendo loro atto pio e generoso il cercar di rendere la libertà a una delle prime città d'Italia, e la patria a tanti poveri gentiluomini che andavano dispersi per lo mondo; e di già era^LjOOQle
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