Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 243
      ci fossero osservate lo dimostra , che avendone la maestà tua promesso che a ciascheduno sarebber perdonali tulli gli errori eh' egli avesse fatti infin allora, e che (ulte l'ingiurie, oltraggi e offese che fossero seguite tra i cittadini eh' erano di dentro nella città, e quegli eh' eran di fuori di quella néll' esercito del papa e di tua maestà , si riraelte-rebbono T uno all' altro ; subitamente che il pontefice ebbe preso la tenuta della città, furono chiariti ribegli un gran numero di cittadini, e con* fiscali i loro beni, e molti altri confinati ne*più strani e pestilenti luo* glii d'Europa ; molti incarcerati nelle più scure e orribili prigioni che ritrovar si possano, le quali 4 essendovi eglino dopo non molto tempo morti miseramente, rimasero sepoltura de1 corpi loro; e alcuni altri dopo crudelissimi ed infiniti tormenti, furon crudelmente uccisi.
      « È celebrata e biasimata per tutto la crudeltà di Falari tiranno degli Agrigentini: pure questa era contenta d'usare un sol tormento, e contro a coloro solamente che cercavano di torgli la tirannide , poiché egli l'aveva occupata; ma la crudeltà d'Alessandro non si sazia d' infiniti tormenti contro a quegli poveri cittadini, i quali non gli hanno mai macchinato contra^nè cerco di fargli oltraggio alcuno, ma hanno solamente difeso la libertà della patria loro, quanto eglino hanno potuto , siccome debbe fare ogni pietoso e buon cittadino. E non solamente procede lo crudeltà sua contro a questi miseri e innocenti , anzi buoni e leali cittadini, e degni di merito e di lode, ma.si distende ancora contro a'-figliuoli e parenti loro, onde molti se ne veggionoandare di* spersi per -tutte '1 mondo privi della patria , de' parenti e delle sostanze toro, senzachè di tante e sì gravi loro miserie si possa dare .altra ragione, ohe 1'.esser nati di coloro, e congiunti per sangunità a quegli che hanno voluto difender la patria loro dalla superiorità, e conservarla in libertà.
      - « Pisistrato liranno degli Ateniesi prese la tirannide nella città d' Atene non molto tempo dopo che Solone ebbe ordinate quelle santissime leggi, e quel bel modo di viver libero ; ma lasciò pure almeno la forma de' Magistrati, non dissolvè ia reverenda autorità delle leggi di Solone, e usò egli stesso gli antichi abiti civili di quella oittà ; ifv religioso e benigno di maniera, die essendo pubblicamente nella via fatto a una sua figliuola un atto mcn che onesto da an giovane ateniese , non solamente se ne crucciò, ancorché ammesso fieramente dalla sua donna, ma chiamato a se qael giovane, gliele diede per moglie; ed avendo un suo figliuolo, il quale gli pareva un poco troppo snperbo e ritroso, e che non si portasse cogli altri giovani ateniesi così umanamente come egli desiderava, lo riprese agramente dicendoli che quei noa erano quei portamenti ch'egli aveva fatti in sua gioventù; r rispondendo-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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