Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
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io, per tenere il popolo di Firenze, nelle miserie in che egli si ritro*» vavà , più fermo e più ostinato contro a papa Clemente eh' eglino potè-vano ; laonde e' si congiurarono insieme d' aspettar piuttosto il sacco e l'ultima rovina della patria loro, che accettar mai accordo alcuno col pontefice. Quegli ambasciadori ancora, che furon mandati dalla signorìa a Bologna all' imperadore, referirono nel pubblico consiglio al popoto il falso della mente di sua maestà.
« Queste adunque furono quelle scelleratezze e quelle iniquità, le quali da i maestrali che sono in Firenze sopra le cose criminali, furono ga-stigate e punite giustamente , senza contraffare perciò a quel che s'era promesso loro ne'capitoli dell'accordo già più volte detto; le quali forse si sarebbono anche passate con silenzio, se essi, seguitando i loro ambiziosi, avari e scandalosi desiderii, non avessero auche dopo 1' accordo cominciato a fare insieme di notte segrete ragunate, e cominciato di nuovo a macchinar contro a quello stato che allora reggeva Firenze; laonde per non ritornare un' altra fiata in quei medesimi pericoli, de* quali con tanta e gran faticà e spesa s'era poco innanzi uscito , a quella città fu necessario riconoscere gli errori passati , insieme con quegli eh' eglino avevan commessi di nuovo, perchè s' avevan tolti da lor medesimi quei benefizi, i quali erano stali dati loro da quei capitoli eh' eglino allegano; e tutte queste cose si possono manifestamente provare pe'loro processi, i quali furon legittimamente fatti da quei Diaestrali che gli giudicarono; nel qual - giudizio si può piuttosto pigliare esempio della clemenza e agevolezza di qupi maestrali, che del rigore e crudezza loro ; conciosiacosachè molli di quei malvagi ciWadiui fussero puniii di molto più leggier pena , che non meritavano le scelleratezze ch'eglino avevan commésse , eziandio eontro agli ordini di quel governo e di quella falsa libertà ch'eglino cosi ostinatamente difendevano.
< E queste medesime novità che questi medesimi scandalosi cittadini ancor dopo l'accordo predetto tentarono contro allo stato di Firenze, furon cagione deMor secondi confini, e eh'e'fosse anche lor vietato l'aitar Vi nezi a, Napoli, Roma e Ancona, e tutte l' altre terre della Chiesa , perciocché ritrovandosi molli di loro, menlrechè eglino eran confinati la prima volta, quale in Vinegia e quale in Lione, e quale in altro luogo, non lasciavano indietro maniera alcuna d'insolenza in falli e in parole contro a quel reggimento ch'era allora in Firenze, siccome agevolmente crederà chi ben considera quanto atrocemente e con quanta animosità ei vanno molestando, insino nel vivo trafiggendo, quegli i quali ragionevolmente ei dovrebbono avere in somma venerazione; e nondimeno queste cosi fatte condenoagioni che giustamente furono lor fatte da iv^ooQle *
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