Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
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notissimi a sua cesarea maestà , ed essendosi que' due vantali che avevano i pareri de' fuorusciti sottoscritti da molli cittadini fiorentini e nobili, il duca , desiderando di chiarirsi di questo per poter riparare a i pericoli suoi e della città, mandò il capitano Petruccio con ceri'altri in Romagna, acciocché eglino gli aspettassero, e procacciassero di svaligiarli e di lor loro le scritture senza più : il che non essendo successo, perciocché eglino erano passati innanzi, il capitano Petruccio gli seguitò in Lombardia senza passar più oltre, perciocché sua eccellenza avendo in questo mezzo inleso eh' eglino andavano in Barzellona, aveva subitamente rivoéala la commissione ; ma essendo egli ed i suoi compagni in questo tempo soprappresi a Modana da Piero Strozzi e Anton Berardi di sopra detti, e con favore di Batista Strozzi , governatore di quella città pei duca di Ferrara, esaminali non legittimamente , ma in mezzo di spade e di pugnali, per non essere uccisi dissero tutto quel che Piero Strozzi e Anton Berardi vollero ch'essi dicessero , al che annestarono anche quell' altra calunnia de' trenta scudi di sopra detti : ritrovamento tanto fievole e tanto lontano dal vero , quanto apparisce da se stesso , di maniera che non merita risposta alcuna.
« Perchè noi preghiamo umilmente sua maestà, che gli piaccia ornai di non porgergli orecchi a queste così fatte calunnie date da questi scandolo-si e insolenti cittadini all' eccellenza del duca ed al suo giustissimo governo, anzi dargli la sua figliuola per donna; e confermargli lo stato , siccome quella obbligò già se slessa nell'accordo di Barzellona; della qual cosa non solamente noi , che siamo qui in Napoli da noi stessi, ma in ftome ancora di tutti i migliori e più qualificati cittadini che sono in Firenze, e della maggiore e miglior parte del popolo di quella città ancora , di nuovo la preghiamo e supplichiamo. »
- V imperadore avendo avute queste risposte dal duca Alessandro, le mandò a i fuorusciti3 imponendo loro che , lasciato stare dall' un de' lati il replicare alle risposte che il duca avea fallo alle querele eh' eglino gli avevan messe innanzi a sua maestà , dessero in iscritto il modo del governo eh' e' desideravano che fosse in Firenze per V avvenire , dovendo anche stare in quella città il duca Alessandro} perchè essi scrissero di nuovo all' imperadore in questa maniera :
< Ancorché il desiderio nostro fosse stato di confutare parte per parte le risposte fatte dal duca alle giuste domande nostre, il che ci sarebbe stato molto agevole a fare, acciocché nella mente di sua maestà non generasse alcun sospetto o difficoltà quello che in esse è stato tanto falsamente raccontalo da i suoi seguaci ; nondimeno per ubbidire a quella proibizione che per parte di Cesare n' è stata fatta, avendo sua maestà , siccome noi avvisiamo , per la sua prudenza conosciuta da se stessaLjOOQle
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