Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      550 srOfiiA riOBEMTMUla fievolezza e U falsità ili quelle risposte, discenderemo a dire quel che c'è stalo particolarmente imposto che noi diciamo. Ma non lasceremo però indietro di significare allo imperadore, che gli avversari nostri , ancoraché vogliono persuadere a sua maestà % ebe quello stalo il quale è al presente in Firenze, e pende tutto dal volere e dall'arbilrio d'un solo, sia libero, non rispondon perciò a niuna di quelle ragioni che noi adduciamo nelle nostre dimande, contro alla lor falsa oppenione ; perchè noi preghiamo umilmente sua maestà, che sia contenta, siccome conviene alla bontà dell'animo suo e alla sua prudenza, d'informarsi diligentemente di quel modo di vivere nel quale si vive oggi in Firenze , da chi ne ha notizia, e massimamente da quei buoni cittadini che sono in quella cillà, del nome de'quali il duca si serve falsamente nelle sue risposte, e vedrà allora la cesarea maestà pe' detti loro, quando ci saranno però in luogo e in grado tale , che possano dir liberamente quel che e'senton dentro, quanto ei si viva in Firenze contra il volere e contro al comune desiderio di tutti i buoni cittadini; nella quale son costretti a sostener per forza quello che qui dinanzi all'imperadore si dice con falsilà che soslengon volontariamente, non allrimente che molli di quegli clic son qui presenti, son costretti a ragionare e scrivere diversamenle di quel che sentono in vcrilà. E nondimeno da i lor medesimi scritti si conosce l'ingiustizia della causa, la qual per forza ei difendono^ conciosiacosachè eglino affermano che la casa de' Medici innanzi all' anno 4527 non abbia mai avulo alcun grado di principato, o di pubblica autorità nella città di Firenze, se non intanto in quanto il libero voler de' cittadini le attribuiva ; perchè ella doveva per la capitolazione di Barzellona, e per la dichiarazione che il Mussetlola pubblicò in Firenze, esser restituita, ancor secondo gli scritti loro, nel grado nel quale eli'era allora, e non promossa a grado di principato assoluto, siccome ella è al presente.
      « Ma venendo ornai a favellare di quello di che per parte di sua maestà ci è stalo imposto che noi ragioniamo; diciamo che se Cesare vuole ordinare in Firenze un governo, nel quale sia conservata la libertà a quella repubblica , e cosi fornir compiutamene quello che nella capitolazione fatta dalla città l'anno 1530 con don Ferrante Gonzaga in nome di sua maestà, e con consentimento ancor di papa Clemente ne fu promesso , ed osservare ancora al duca Alessandro quello clic pretende che rimperadore sia obbligato di dargli per la capitolazione di Barzallona,e per la dichiarazione del Mussetlola, delle quali s' è delio di sopra piil volte, è necessario che 1' autorità del duca nella repubblica fiorentina non trapassi quella che sogliono aver coloro i quali son capi degli altri governi liberi, siccome son quegli di Vineziu, Genova, Lucca e Sie-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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