Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBAO QUATTOiiDISSSIMO 333
lia, e quattro mesi a quei che ne soq fuori ; il qual corilratto si deb-be fare innanzi al conte di Sifonte ambasciadore della cesarea maestà in Roma, o dinanzi; a queir ambasciadore che sarà per la maestà di sopra detta appresso al duca Alessandro. Ma che i fuorusciti non possano perciò ritornare in Firenze, se prima la signora duchessa figliuola dell' imperadoree sposa del duca Alessandro di sopra detto , non sarà giunta , e ferina in Firenze, ancoraché dal giorno della dichiarazione ch'eglino avranno fatta legittimamente nel modo predetto di voler essere compresi in questa capitolazione, ei comincino a godere i lor beni.
< Proibiscesi, oltracciò, al duca Alessandro il poter per l'avvenire procedere contro a detti fuorusciti per qualunque cagione ci potesse pretendere contra coloro per gli errori che commettessero da qui innanzi in altro modo che per via di giustizia; e occorrendo pigliargli, o confiscare loro beni, ciò non si possa fare senza il parere dell' ambasciadore, che sarà allora per sua maestà appresso il predetto duca, o d' alcun' altra persona che dall' ambasciadore di sopra dello fosse nominata; e questo modo di vivere che noi diciamo , debba durare quattr' anni continui avvenire. Ed al presente, acciocché i fuorusciti possan viver sicuri , che tutto quel eh' è lor promesso in questa capitolazione sarà osservato loro inviolabilmente , il duca Alessandro prometterà liberamente sopra alla fede e sopra all'onor suo alla cesarea maestà di non contraffare in maniera alcuna dirittamente o indirittamente a quel eh' è stàio deliberato e promesso a i fuorusciti per la presente sentenza , e Cesare prometterà per il predetto duea ed in nome di esso a tutti i fuoruscili, che tutto quello che si promette loro in questa capitolazione sarà loro, siccome s'è detto di sopra, inviolabilmente osservato.
* Sia ancora obbligato il duca a promettere di ratificare a tutto quello che lo imperadore ordinerà che si debbia fare in Firenze circa il governo di quella città, e d1 osservarlo ancora senza mutarne o alterarne cosa alcuna da qui avanti, tardi o per tempo, senza la licenza o 'I comandamento di sua maestà, la quale possa dar quell' ordine eh' ella varrà che si tenga in Firenze, in una volta o più , secondochè le parrà necessario di fare, ma tutto quello ch'ella vorrà ordinare , lo debba ordinare al più lungo nel termine d' un anno ; il quale ordinamento si possa fare dalia cesarea maestà propria , o veramente da chi ella arà commesso per un sito mandato, che ordini lutto quel che appartiene al viver civile, alla giustizia e alle facoltà del predetto stato di Firenze, cosi universalmente, come particolarmente. Il che facendo, sua maestà s'ingegnerà a suo potere di far tulio quel che converrà, per indirizzare ogni cosa a buon fine, cosi in quanto a quei che s'appartiene al titolo eLjOOQle
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