Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      33i STORIA FIORENTINAall'autorità del predetto duca, come quello che appartiene alla conservazione delle leggi, privilegi, esenzioni e benefizi della predetta città di Firenze, a i quali sua maestà promette di non pregiudicare in maniera alcuna.
      < Conceda ancora il duca Alessandro a Cesare autorità di levar del tutto, o moderare alquanto le gravezze e gabelle le quali fossero slate poste a i cittadini fiorentini ed a i sudditi della città di Firenze, contra le leggi ed antichi ordini suoi, di poi che il duca Alessandro governa, e di promettere ancora, che da qui innanzi non se ne porrà alcuna altra alla predetta citta, nè alle terre, castella o ville che le son suddite o raccomandate, se non conforme alle leggi ed antichi ordini fiorentini.
      « Oltracciò si debba il duca di sopra detto sottomettere a tutte quelle pene, non osservando tutte quelle cose die si contengono nella presente sentenza, le quali gli sono ordinate da sua maestà nel privilegio datogli da quella dell' autorità e grado che debba avere nella repubblica fiorentina; ed i fuorusciti altresì si sottomettano alla pena di perdere tutti que'benefizi che concede loro la presente capitolazione, e tutti quegli ancora, che potessero giammai pretendere nella città di Firenze, o nello stato suo. Dieno ancora tutte le predette parti piena autorità all' imperadore di dichiarare e sentenziare, s' alcuna di loro avesse contraffatto al presente accordo, o no, ed imporre a chi avesse contraffallo lutte quelle pene che a lui piacerà , e in quella maniera che gli parrà , e a suo libero arbitrio. »
      I fuorusciti avendo veduto questa sentenza delV imperadore, » ristrinsero insieme, e lutti d' accordo deliberarono di non accettare quelle condizioni che Cesare proponeva loro nella sentenza sua , e di signi' ficargli con una lor lettera questa, deliberazion loro -; e perciò gli scrissero questa lettera di sotto scritta, la quale fu molto lòdata e celebrata per tutta Italia , e per un' altiera e generosa risposta , e veramente degna di quegli antichi Italiani.
      « Noi non venimmo qui per domandare alla cesarea maestà eon che oondizioni noi dovessimo servire al duca Alessandro , nè per impetrare per mezzo suo perdono da lui di quel che giustamente, e per quel che a noi è massimamente richiesto, abbiamo volontariamente adoperato in benefizio della libertà della patria nostra , nè per ottener ancor da Cesare di ritornar servi in quella città, onde non molto tempo innanzi noi siamo usciti liberi, acciocché i nostri beni ci fusser renduti; ma ben ricorremmo a sua maestà confidando nella giustizia e bontà del-l'animo suo per pregarla che le piacesse di renderne quella intera • vera libertà , la quale dagli agenti e ministri suoi Panno 1590 in nomev^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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