Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
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facesse ancor rendere i lor beni a i faoruseiti, e gli rimettesse oltracciò in Firenze, che quei danari i quali eran depositati nel convento di sopra detto fussero snoi $ o P una e P altra insieme di queste cagioni che4! movessero, come è molto credibile, nè gli parendo esser di tanta autorità appresso P imperadore, che potesse porgere le domande ile1 fuorusciti nel cospetto di Unto principe , era convenato, secondochè allora si disse, con un de' primi agenti dì Cesare di dargli una parte di qùe' danari che Filippo Strozzi avea depositati nel convento de' frati di sopra detti, s'egli adoperava di maniera, che lo imperadore udisse un'altra fiata i fuorusciti, e desse poi la sentenza in favor loro; e avendo ottenuto dall'imperadore per mezzo dell'agente sopraddetto, che i fuorusciti sarebbero uditi di nuovo da sua maestà , come da se stesso propose a i fuorusciti le condizioni di sotto scritte, per farle mostrare in nome loro a Cesare, cioè:
< Che salva la liberta, siccome fu promesso da don Ferrante Gonzaga in nome di Cesare Panno 1530 , dentro al termine di quattro mesi lo imperadore ordini, o mandi a ordinare lo statò di quella repubblica, cui più gli piacerà ; ed acciocché ella possa far questo comodamente, e che i fuorusciti fiorentini vivan sicuri che la predetta maestà a quel tempo eseguirà quanto promette al presente, ella comandi al signore Alessandro Vitegli, che quella medesima guardia che tiene oggi in Firenze in nome del duca Alessandro, eh' egli la tenga da qui innanzi nella medesima maniera eh'egli la tiene adesso, ma in nome dell' imperadore, e cosi si tenga ancora il Castel di Firenze $ e che It signor Alessandro di sopra dette giuri in mano di cui ordinerà sua «taost», in quella medesima maniera che giurò Panno 1530 Malatesta Baglioni in mano di monsignore Balanzen; di fornire compintamente tutto quel lo che lo imperadore ordinerà e comanderà, e di guardare e di tenere in questo mezzo la città ed il caste! di Firenze in nome dell'imperadore; e di poi che il governo libero della città sarà ordinato da sua maestà, ed a bastanza è* quella assicurato, ch'egli non sarà guasto o alterato in modo alcuno, si faccia la pace e amicizia tra't duca Alessandro è i fuorusciti,, siccome all' imperadore piacerà. •
Cesare avendo ricevuta qjuesta scrittura, fece intendere a'fuorusciti, die non si partissero di Napoli, siccome s' è detto di sopra , e mandò loro quesla scrittura di Pietro Zappada, accioehò eglino vi scrivessero sopra tutto quello ch'eglino volevano di nuovo dire. Onde i fuorusciti fecer di nqovo a sua maestà questa dimanda pure in iscritto:
« Che la cesarea maestà prometta fra5! termine di ire mesi avvenire, non solamente d'ordinare e pubblicare in Firenze un u»odo di viver» libero , e nel quale sta «onservarfa la libertà , secondo la forma As'eapi^LjOOQle
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