Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
558 STORIA FIORENTINAper le predette cagionii quaji hanno i osi no a questo giorno osservati i loro confini, possano, ogni volta piacerà a loro, tornare nel dominio fiorentino, ma non già entrare in Firenze prima che siano passati tre mesi ; e che quegli che sono stati confinati dentro Io stato di Firenze, e ch'hanno osservato il lor confino, possano subitamente ri» tornare in Firenze, se a loro piacerà. Oltracciò, che quegli i quali si trovarono in prigione in Firenze, o in alcuna parte del suo dominio, per cagion di stato o d' armi , e nominatamente nelle torri di Volterra e di Pisa , siano subitamente lasciati, e possano liberamente partirsi dello stato di Firenze a lor piacere. Ultimamente, che tutti i beni mobili de' ribegli e fuorusciti fiorentini siano restituiti, o pagati loro quel prezzo che sarà giudicalo convenevole dall' agente che sua maestà arà allora in Firenze, e gì' immobili siano subitamente , da chi gli possiede al presente, restituiti a' procuratori di quei fuorusciti di cui eran prima que* beni , dando nondimeno perciò prima mallevadori sufficienti in mano dell'agente di sopra detto di soddisfare a quelli che or gli posseggono , tutto quel che eglino avessero speso in miglioramenti accettabili , o in liberargli da debiti de' lor primi padroni ; il che tutto si debba fare a dichiarazione dell' agente di sopra detto, o di cui sarà da quello ordinato. »
Questo accettar lo imperadore la seconda volta le domande de1 fuorusciti , ed il significar loro che non si partissero di Napoli, mossero tanto il duca Alessandro, eh' eg,i si voleva nascosamente e senza licenza di Cesare partir di Napoli, e ritornarsene a Firenze ; e a ciò fare lo confortava con efficaci parole Bartolommeo Valori, siccome quegli il quale , essendo fieramente sdegnato col duca, ed aveva tenuto insino in Firenze, e teneva ancora segrete pratiche e strette con i fuorusciti, e particolarmente con Filippo Strozzi, e conospendo che il partir suo di Napoli in quella maniera doveva essere ragionevolmente la sua rovina, Io consigliava malvagiamente a pigliar quel partito. Ma Francesco Guicciardini, Francesco Vettori, Ruberto Acciàiuoli e Matteo Strozzi, i quali, ancorché avessino quando e' giunsero in Napoli date buone parole a que' capi de' fuorusciti, i. quali noi dicemmo di sopra che avevano ragionato con loro, procedevano nondimeno schiettamente e fedelmente col duca Alessandro, sic^Ojme quegli che ancora si ricordavano di quelle ingiurie e oltraggi i quali aveva poch'anni innanzi fatti loro lo stato popolare, lo consigliarono a non si partire di Napoli per cosa del mondo, dimostrandogli , con vive ragioni e buone, a quanti manifesti pericoli lo farebbe soggiacere quella così fatta partita, delli quali uno principale era che s* egli partiva di Napoli in quella maniera eh' ei dimostrava di valer partirsene, egli veniva tacitamente a confessare cheLjOOQle
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