Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 339
      tutte quelle accuse che gli ponevano i fuorusciti innanzi all'imperadore in pubblico, e segretamente ancora, fossero vere, e pèr conseguente, che la ragione fosse dal lato loro ; onde Cesare poteva giustamente condannarlo; e che perciò era molto meglio per lui il mandare a pregar l'impera-dore che gli piacesse di spedirlo, perciocché il badar tanto tempo in Napoli , ed il tardare anche tanto la spedizione della causa sua, era con grandissimo danno e vergogna. Perchè egli, seguitando i lor savi consigli mandò a far l'ambasciata di sopra detta a sua maestà ; perchè l'imperadore gli fece significare da certi suoi agenti, che s'egli voleva dive-aire feudatario con oneste condizioni1 della camera imperiale, ch'egli otterrebbe dalla cesarea maestà tutto quello eh' egli volesse; e con questa ambasciata mandò quelle seconde domande che i fuorusciti gli avevan fatte, acciocché èi rispondesse loro.
      Onde iì duca Alessandro ristrettosi insieme con quegli che V avevan consigliato a non si dover partire di Napoli, e' raccontò loro quest' ultima richiesta che T imperadore gli aveva fatta, richiedendo loro, che gli dicessero quel che pareva loro convenevole di fare in questo caso. Quei gentiluomini, senza molto lungamente consigliar si, gli risposero liberamente, che il rendersi feudatario alla camera imperiale non era mai da fare , perciocché essendo la città di Firenze stata già tanto tempo libera da! dominio di quella camera, non era nè utile nò orrevole il rimetterla di nuovo solto a quel giogo, s' ei non fossero costretti da un' ultima ed estrema necessità e che se'l duca lo facesse , eglino gli sollererebbono contro a lor potere tutta la cittadinanza fiorentina, e tutto lo stato di Firenze ancora , e converrebbono con quei suoi ni-mici eh' erano in Napoli , di maniera che a ogni modo s' ei concedeva a Cesare quella dimanda , egli si troverebbe fuori dello stato di Firenze, e che perciò egli negasse del lutto all' imperadore di voler divenire suo feudatario; ma che a quéste ultime proposte de'fuorusciti si rispondesse come s' era risposto all' altre. Perchè il duca Alessandro mandò a dire a Cesare, che non voleva rimettere là patria sua in modo alcuno sotto quel dominio dal quale ella s' era ricompera tanto tempo innanzi con tanta sua fatica estesa; ed èlle domande de' fuorusciti che V imperadore gli avea di nuovo mandate, rispose nella maniera che di sotto si dirà ; e mandò Girolamo Santi da Carpi suo maestro di camera a Firenze a provveder danari per corrompere, secondoehè allora si disse, quei primi agenti di Cesare, acciocché eglino favorisse»© e aiutassono la causa sua. La risposta dunque eh' egli fece alle seconde domande, le quali i fuorusciti avevan poste innanzi all' imperadore, fu questa :
      « Ancorché le diinande fotte da i fuorusciti nuovamente siano tanto lontane dal dovere e dall'onestà, che non convenisse far loro rispostaLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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