Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      alcuna, nondimeno, per ubbidire alla cesarea maestà, il duca Alessandro rispondendo loro brevemente dice : Che in quella convenzione della quale s1 era ragionato a i di passati, si contiene appieno la rimissione de' fuoruscili, la restituzione de* lor beni e la sicurtà loro , ed oltracciò T autorità data a sua maestà di riformare il governo di Firenze , se pure gliene facesse in qualche parte mestieri; laonde tutto quel che di nuovo si mette innanzi da i fuorusciti, non si, propone ad altro One se non per abbassare e annichilare a lor potere , eziandio innanzi alla dichiarazione che sua maestà debbe fare, la reputazioue del duca, e per mettere in Firenze qualche confusione , per vedere se potessero in questa maniera conseguire indirettamente quello eh' essi cognoscono di non potere, nè dovere apeora ragionevolmente ottenere per giustizia : perciocché, quanto al tempo ebe propongono d'assegnare a sua maestà a dichiarare la forma del governo che debbe essere da qui innanzi in Firenze , si può manifestamente vedere da ciascuno, che il rcstrignerlo a tre mesi, siccome essi vogliou fare, potrebbe agevolmente esser cagione di qualche giudicio, il quale non fosse così diligentemente esaminato e considerato , come è convenevole a una causa di tanta importanza di quanta è questa della quale si tratta al presente, conciosiaco-sachè quei tempo sia molto breve ad informarsi, e pensare a tutte quelle cose di che gli fa mestiere; ed il concedere che l'autorità la quale ,sj dà a sua maestà di riformare il governo di Firenze duri un anno, oltre all'esser spazio di tempo più convenevole a considerar quelle condizioni le quali de,)be aver lo stalo di Firenze, che non c quel di tre mesi, non proibisce perciò, che sua maestà non possa anche dichiarare prima che fra un anno, che modo di vivere ella vuole che si osservi in quella città, se per qualunche cagione facesse a proposito il sollecitare.
      c 11 proporre che si diano altre sicurtà ai fuorusciti di quelle di che si ragionò nella prima convenzione, è soverchio, conciosiacosachè ciascuno può apertamente cognoscere che quelle bastano. Ma queste son cose proposte da' fuorusciti per dar biasimo in questa maniera alla persona del duca , e per dimostrare a lor potere , eh' egli qon è fedele nè obbediente allo cesarea maestà, come se la fede e la devozione eh' egli ha con quella non (osse manifestamente conosciuta da ognuno; e questa tal proposta di nuove sicurtà eh' essi hanno ultimamente fatta , offende anche la dignità di Cesare, perciocché dimostrano eh' egli, il quale ha ottenute tante e sì gran vittorie per la sua virtù contro a i primi principi del mondo , non abbia or forze bastevoli a fare eseguire e osservare a uno stato di Firenze quello eh' egli arà deliberato e dichiarato. Ma queste son .lutto case pensate e proposte con maggiorLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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