Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
344 STORIA FIORENTINAgno di Napoli gli si feee incontro, e superbamente gli disse che a uno schiavo del suo signore, il quale gli s' era fuggito, era stato fatto spalle da certi suoi cavalli leggieri, ed eragli suto da loro messo in capo un elmetto ; perchè il duca gli disse che guardasse bene s' egli era tra quei soldati ch'ei diceva che P avevan trafugalo, e fece cavar l' elmetto a tutti , e non lo ritrovando colui, e facendo pur romor grande , e favellando superbamente, Giovan Bandini, il quale era appresso al duca, gli dette con un pugnale sul volto dicendogli : Or va, e impara a ragionar co' principi. Cominciò colui a gridar forte, e a dolersi pubblicamente dell' oltraggio che gli era stato fatto, laonde la città si levò tutta a romore; perchè il duca, ristrettosi insieme con tutti i suoi, eh' eran più assai e meglio in ordine ancora, che non eran quei della terra , s'avviò inverso la porta della città, e senza impedimento alcuno la sforzarono , e s' uscirono di Capova, e se ne vennero a Roma ; là dove poiché furono arrivati, Bartolommeo Valori avvisandosi che '1 suo malvagio e fellone animo inverso M duca fosse stato scoperto in Napoli, si fermò in Roma, e non volle ritornarsene a Firenze, e seguitò, ma molto più stretto che prima, a tener pratiche con Filippo Si rozzi contro al duca Alessandro, ma segretamente ; perchè égli andava spesse volte di notte sconosciuto a casa Filippo per ragionar seco delle cose di Firenze. Giunse pur finalmente il duca a Firenze, ma non molto soddisfatto dell'imperadore, ancorché egli avesse avuto da sua maestà la figliuola per donna, e la sentenza in favore ; nondimeno pareva al duca d'essere stato troppo trattenuto e bistrattato da lui, e tirato a quelle convenzioni che non fossero ragionevoli, ma troppo a vantaggio di Cesare. E perchè tra l'altre querele che i fuorusciti avevan poste al duca dinanzi a Cesare l'una era, ch'egli aveva tutti i Fiorentini, e specialmente i gentiluomini per nimici, e che egli non ne voleva alcuno appresso di se ; egli, per dimostrare che questo era stato di lui detto da' fuorusciti per accolognarlo dinanzi all' imperadore, fece suoi gentiluomini cinque giovani fiorentini, e fece lor lasciar l'abito civile, e mettersi la cappa e la spada, i quali furon questi : Guglielmo Martelli, Lionello Attavanti, Luca Mannegli , Lorenzo Pucci e Filippo di Bartolommeo Valori. Oltracciò a' ventiquattro giorni di marzo di quest' anno 4535 fece mandare un bando dagli otto di balia, che tutti quegli i quali erano slati nel numero di coloro che già due fiale erano stati confinati per conto di stato per tre anni ciascheduna volta, ed avevano osservati i lor confini infino a quel giorno, fossero liberati dal confino eh' era stato dato loro, i quali tutti dopo non molti giorni ritornarono in Firenze.
L'imperadore ancora, per cagione della guerra che il re Francesco
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